La lezione della donna che ha trasformato New York. Video che ogni candidato sindaco dovrebbe vedere

Creato il 10 marzo 2016 da Romafaschifo
Il video che tutti i candidati sindaco o per lo meno che tutti gli aspiranti assessori ai trasporti dovrebbero guardare. In realtà lo dovrebbero guardare tutti i dirigenti del Dipartimento Mobilità e Trasporti. 
Lei è la donna che negli ultimi 10 anni (anche meno in realtà) ha cambiato la faccia alla città di New York. Da regno delle auto a città ciclabile. Da incubo per i pedoni a patria delle aree pedonali. A città che non si ferma mai un minuto a luogo dove sedersi in uno spazio comune, ospitale per sedute e panchine. 

Questo video va visto e rivisto (sebbene risalga ad un TED del 2013 e negli anni successivi la città di New York sia ulteriormente migliorata) perché tocca tutti gli aspetti. Dalla grettezza della stampa alla reazione dei cittadini, dall'approccio dei commercianti all'indice di gradimento delle soluzioni prese. Soluzioni rivoluzionarie per una città che non conosceva il significato (da noi arrivato 50 anni fa) di "isola pedonale" o di "passeggiata". A New York niente era più lontano concettualmente dello spirito flaneur di chi va da qualche parte solo per il gusto di farlo. A Nyc si va da qualche parte perché si deve fare qualcosa, lavorare, andare ad un appuntamento e concludere un affare. Si ha sempre un obbiettivo finale e per cui ciò che si incontra nel tragitto ha pochissima importanza, basta arrivare veloci. Tutto questo è radicalmente cambiato semplicemente ridisegnando le strade in una rivoluzione di cui troppo poco si è parlato.

L'approccio di questa amministratrice è spiazzante per i nostri amministratori ma anche per i nostri cittadini: la cosa più tagliente solo i numeri. Quanto scendono gli incidenti se si fanno bike-lines ai lati delle strade; quanto aumenta la fluidità del traffico togliendo, e non aumentando, gli spazi per le auto; quanto aumentano gli affari dei negozi nelle aree dove arriva la pedonalità. Numeri, cifre, percentuali. Non le chiacchiere alla romana aho si nun arivano le maghine nun lavoramo e dovemio chiude. Un caxxo! A Via di Ripetta aumentarono il business del 40% semplicemente grazie al fatto che il cantiere del rifacimento non faceva passare (e soprattutto parcheggiare) le auto: poi fecero tornare tutto come prima e la strada tornò allo squallore di oggi.

La storia della New York di Bloomberg (che però abbiamo spiegato che è potuta esistere solo perché è esistita la New York di Giuliani) ci parla anche di quanto sia più scisso di quel che ci immaginiamo il rapporto tra interventi radicali sulla sosta e sul traffico e presenza di metropolitane. New York ha metropolitane da 100 anni eppure fino a 10 o 20 anni fa era un caos totale e tutti andavano in auto pur non avendone realmente bisogno. Ora non è più così. Significa che le politiche sulla sosta e sul traffico prescindono dall'offerta di trasporto pubblico, vanno fatte lo stesso, vanno implementate comunque. E anzi aiuteranno - si veda il caso delle preferenziali - il trasporto pubblico stesso.4

La storia della New York di Bloomberg disegnata da Janette Sadik-Kahn ci racconta, ci spiega, ci illustra in maniera incontrovertibile che tutto questo si può fare velocemente e economicamente. Velocemente ed economicamente. Cade tutto il castello di idiozie sul "non ci sono i soldi" e sul "i lavori dureranno anni". Questa signora ha cambiato il volto della più emblematica e una delle più grandi megalopoli del mondo nel breve volgere di cinque o sei anni spendendo cifre irrisorie. Con un credo: "le strade sono la più grande risorsa e il più grande asset che la città ha". E ancora: "il design della città il fattore chiave del successo".