A più di una settimana dal terribile evento che ha colpito il Giappone e dopo gli avvenimenti di Fukushima, l’Italia si interroga sul da farsi. E’ Umberto Veronesi a pronunciare le parole più lucide e realistiche di tutti. Per l’eminente scienziato italiano, a capo dell’Agenzia per la sicurezza nazionale italiana, “la scienza deve pensare più a fondo” e, per questo, c’è bisogno di “ripensare” le logiche per il ritorno in Italia dell’energia nucleare. Fukushima è il “primo grave incidente di progettazione nucleare della storia” ossia “le centrali non erano programmate per resistere a uno tsunami della portata di quello scatenatosi la scorsa settimana”. E’ per questo motivo che, secondo Veronesi, il nucleare va ripensato: “La lezione che credo dobbiamo trarre da Fukushima è che non possiamo non rivedere la strategia nella progettazione degli impianti nucleari. Il che non vuol dire ripensare o tornare sui propri passi, ma capire il problema alla radice, avere il coraggio di riconoscerlo e sforzarci di superarlo”. Questo perché la scelta dell’energia nucleare è inevitabile per il futuro e ora come ora è importante che la scienza vada avanti “per garantire al massimo la sicurezza per l’uomo e per l’ambiente”. Dello stesso parere è anche Enrico Pedemonte, caposervizio Scienze all’Espresso negli anni ’80, ora collaboratore al Forum nucleare italiano. Per Pedemonte, in Giappone è apparso “il cigno nero”, cioè l’evento imprevedibile che cambia il corso della storia lasciando gli uomini attoniti. Nella terra del Sol levante è apparso sotto forma di tsunami che ha travolto, tra le altre cose, anche la centrale di Fukushima, cambiando così anche il destino del nucleare nel mondo. Cosa succederà ora? Pedemonte afferma: “Sono certo che a Tokyo si concederanno una pausa di riflessione – e poi – decideranno di andare avanti, imparando dalla realtà, per costruire un nucleare ancora più sicuro, a prova dei terremoti e degli tsunami più violenti”. Sicuramente, “ci saranno discussioni. Molti diranno che il futuro è del sole e dell’eolico e molti ci crederanno. Ma non è vero. L’alternativa al nucleare non sono né il solare né l’eolico ma solo i combustibili fossili. Perché solare ed eolico sono energie intermittenti, che non funzionano quando in cielo non c’è il sole o non soffia vento (scarso in Italia), ma queste spiegazioni razionali non sono convincenti: sono cerebrali e non sollecitano i centri emozionali”. Dunque, il consiglio è di non farsi prevaricare dalle emozioni ma prendere una pausa di riflessione e soprattutto aumentare la ricerca in questo campo, come ha affermato anche il Presidente della repubblica Napolitano.
La lezione di Fukushima: andare avanti con la ricerca scientifica
Creato il 21 marzo 2011 da Lorenzo_gigliottoPossono interessarti anche questi articoli :
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