Le mie estati da qualche anno a questa parte (per la precisione dal 2007) sono caratterizzate dalla prevalenza di libri di Murakami sul comodino. Ho più volte parlato di questa esperienza nei vari blog che ho avuto, ma devo dire che la lettura de L’uccello che girava le viti del mondo è stata di suo un viaggio molto interessante, e, soprattutto, molto utile per il mio lavoro, e per le diverse prospettive che intendo sviluppare in questi mesi.
Una delle caratteristiche che mi hanno sempre affascinato nella gestione narrativa di Murakami è la capacità di reggere magistralmente diversi piani del racconto. Nelle vicende di Okada Toru questo talento si amplifica, creando un’armonia impareggiabile. La lezione che Murakami è riuscito a trasmettermi grazie alla lettura di questo romanzo (il cui fascino, a mio avviso, va decisamente oltre alla capacità di creare realtà meravigliosamente oniriche) consiste proprio nell’enfasi sulla potenza di tale armonia, e sulla facoltà di tenerla alta anche in momenti di introspezione.
Nel romanzo tale aspetto è simboleggiato da un pozzo, una figura magari non archetipica, ma certamente radicata in maniera profonda nell’immaginario collettivo universale. L’armonia creativa e la crescita nata dall’introspezione sono due valori che ritengo fondamentali per il mio lavoro, e che sono riuscita a trovare esemplificati in maniera perfetta in questo libro, la cui lettura ha occupato quasi l’intero mese di luglio (io faccio parte della scuola che apprezza la lentezza quando un romanzo prende).
Penso che imparare a operare seriamente sull’introspezione sia fondamentale per chi lavora nel web. Tenere lo sguardo fisso sul lato umano delle professioni è imprescindibile in qualunque caso, Non sono ancora arrivata al punto di riuscire a rapportarmi in maniera completamente equilibrata alle dinamiche del mio lavoro, e a tutte quelle distorsioni che si celano dietro all’impossibilità di avere un confronto diretto coi clienti e con le loro dinamiche.
Sto ancora cercando la strada giusta e soprattutto un percorso equilibrata. Posso solo dire che il romanzo di Murakami mi ha dato un aiuto irreversibile a far incontrare il mondo della creatività con quello dell’auto-osservazione, della coscienza che non smette mai di trovare nuove sfaccettature da ammirare nell’universo della sua interezza.
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