Nel 2013 Canonical lanciò il progetto Ubuntu Edge, il più ambizioso crowdfunding di tutta la storia. Obiettivo: raccogliere 32 milioni di dollari per finanziare la realizzazione di un "super telefonino", capace di svolgere funzioni di smartphone e desktop (quando connesso a tastiera e desktop). Ubuntu Edge era il primo dispositivo progettato per tale scopo, e avrebbe scombinato le carte del mercato desktop.
Purtroppo, il progetto fallì: nonostante l'hype che ne fece il progetto di crowdfunding più finanziato di tutti i tempi, si raccolsero poco più del 40% dei soldi necessari a realizzarlo.
Due anni dopo, Amrisha Prashar riepiloga su un post su Indiegogo (la piattaforma di crowdfunding usata per Ubuntu Edge) le lezioni imparate da quell'esperienza. Amrisha scrive:
"We opted to crowdfund the idea as it’s an excellent way to understand the demand, foster innovation and speed up the time-to-market for new products in a more transparent way. The discussions, networking and comments we received were invaluable, making us realise the more open the industry becomes, the better products consumers will get in their hands."
"Scegliemmo di finanziare l'idea [di Ubuntu Edge] con il crowdfunding perché è un ottimo modo per capire la domanda, promuovere l'innovazione e accelerare la realizzazione di nuovi prodotti in modo trasparente. Il dibattito, i contatti e i commenti che abbiamo ricevuto sono stati preziosi, facendoci capire che più l'industria è aperta, migliori sono i prodotti che arriveranno nelle mani dei consumatori."L'esperienza di Ubuntu Edge è servita come base per la realizzazione di Ubuntu Phone, un prodotto abbastanza diverso (gira solo su smartphone). Nonostante sia commercializzato solo in alcuni Paesi (mancano ancora USA, Cina e Russia, per esempio), ha già più utilizzatori di quelli che avevano finanziato Edge. In più Ubuntu Phone è un passo nella realizzazione del "dispositivo convergente", che a inizio 2016 concretizzerà il progetto iniziale di Ubuntu Edge.
Ubuntu Phone porta con se anche un sistema operativo completamente diverso rispetto alla staticità della concorrenza, in cui i contenuti sono al centro dell'esperienza utente, con uno sviluppo aperto alle contribuzioni della Comunità, e che ha già dato la spinta per la nascita di progetti innovativi correlati.
Un progetto fallito può quindi insegnare molte lezioni, a patto di avere l'umiltà e la pazienza di interpretarne i segnali. Un lavoro che solo i migliori sanno fare.- by Dario Cavedon - dariocavedon.blogspot.com