La logopedista risponde, la domanda del mese! A 26 mesi non parla…

Da Modenabimbi

Buongiorno a tutti, nuovo appuntamento con la dottoressa Maria Giovanna Roio, logopedista, che risponde alle vostre domande sul linguaggio dei bambini.

Se il bambino a 26 mesi non parla…

Buongiorno Dottoressa,

sono il papà di un bimbo bellissimo e molto vivace di 26 mesi, il piccolo non ha ancora cominciato a parlare o meglio dice MAA per chiamare la mamma, PAA per chiamare il papà, in occasioni molto eccezionali chiama i nonni GNONO e GNONA.
Il pediatra mi dice di stare tranquillo poiché ogni bambino ha i suoi tempi, ma non nego che non vedendo miglioramenti un po’ mi preoccupo.
Mio figlio comunque si fa capire in tutto, se non ci riesce si arrabbia e urla…ci imita in tante cose, ma nessuna parola in più.
Crede che sia opportuno eseguire una visita specialistica?

Risposta della dottoressa Roio Maria Giovanna:

Buongiorno, dalla sua descrizione potrebbe trattarsi di un semplice ritardo linguistico oppure di un disturbo del linguaggio chiamato Disprassia Verbale. La disprassia verbale consiste in una scarsa coordinazione dei muscoli buccofacciali (bocca, labbra, lingua, ecc.) in una determinata sequenza, tale da rendere difficile la coarticolazione di suoni complessi (sillabe e parole). Solitamente i bimbi piccoli con disprassia verbale nel periodo tra i 6-9 mesi manifestano grosse difficoltà nel passaggio dal suono isolato alla sillaba, consentendo quindi una lallazione povera (la fase anticipatoria della comunicazione verbale).

Di conseguenza il bambino si affida principalmente alla comunicazione gestuale e mimica, poiché il linguaggio verbale rappresenta un motivo di continua frustrazione. Gli errori diventano frequenti e incostanti, per cui imprevedibili dagli stessi genitori che faticano a capire quello che il bambino vuole dire.

Il mio consiglio è quello di eseguire una visita specialistica proprio per verificare quali siano le difficoltà specifiche e quali i punti di forza del bambino: in base all’inquadramento diagnostico seguiranno percorsi di riabilitazione del linguaggio specifici.

In questo caso, non conoscendo il bambino, posso solo fornire delle indicazioni generali per promuovere la comunicazione verbale. Se il bambino, da quello che scrive, possiede buone capacità imitative, queste sono un ottimo punto di partenza. Provate a mettervi di fronte l’uno all’altro (o ancora meglio allo specchio) e fatevi imitare mentre eseguite vari movimenti con la bocca e la lingua: ad esempio, aprite e chiudete la bocca, gonfiate e sgonfiate le guance, spostate la lingua a destra e a sinistra, soffiate sulle candeline…

Questi giochi/esercizi sono utilissimi per i bambini che hanno una scarsa padronanza dei movimenti buccofacciali, magari portano il ciuccio più ore al giorno o stanno sempre a bocca aperta e perdono la saliva. Quando il bambino riuscirà a compiere questi movimenti con sicurezza sarà pronto per la rieducazione articolatoria vera e propria, procedendo con l’impostazione dei suoni corretti, delle sillabe, delle parole e così via.

È impensabile riuscire a fare tutto da soli a casa: è necessario l’aiuto di un logopedista che guiderà il vostro bambino alla scoperta del linguaggio verbale.

Spero che la mia risposta sia stata esauriente, per dubbi o altre domande scrivetemi a ModenaBimbi!

Se avete un dubbio da chiarire e volete fare anche voi una domanda alla nostra logopedista scrivete a info@modenabimbi.it.