La lotta alla mafia, il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.
Ricordo la felicità di Falcone quando in un breve periodo di entusiasmo egli mi disse “la gente fa il tifo per noi” e con ciò non intendeva riferirsi soltanto al conforto che l’appoggio morale della popolazione dà al lavoro dei giudici, significava qualcosa di più: significava che il nostro lavoro stava anche smuovendo le coscienze.
Credo che sarebbero orgogliosi di noi.
Di molti di noi, almeno.