" E' facile. Se è lo stomaco che ti fa male o magari il fegato non hai dubbi: alzi la cornetta e sai quale medico chiamare. Ma se è il cervello a fare clic?"
Tempo fa lessi un bel libro la storia di una ragazza che dopo varie vicissitudini, dove le sembrava che il suo cervello andasse in cortocircuito, le viene diagnosticato il disturbo bipolare. Purtroppo Alessandra, la protagonista, prima di ottenere la giusta diagnosi ha rischiato persino la vita per una valutazione errata. Lei notava che il suo umore era troppo altalenante, troppi alti e bassi, da attimi di estrema euforia passava a momenti di acuta depressione senza un motivo apparente. Finalmente ottenuta la motivazione di ciò, con grandissima volontà, riesce a trovare una via di uscita. E' un'autobiografia bellissima il ritmo della narrazione è incessante ed è anche assai interessante come argomento. Consiglio vivamente la lettura.
Ma cos'è il disturbo bipolare?
Andando un po' a spulciare in rete ecco cosa ho trovato:
Si può dire che coloro che soffrono di tale sintomatologia passano da momenti di estrema euforia, dove, praticamente, si tocca il cielo con un dito, ad attimi di totale sconforto ed abbattimento, la vita ed il mondo sono intessuti di un inarrestabile nero profondo.
Detto in termini più tecnici da una fase maniacale o ipomaniacale si passa a quella depressiva.
Questi sali e scendi capitano più volte nell'arco di una vita.
Le persone bipolari possono essere di 4 tipi:
Tipo I:
Appartengono tutti coloro che hanno almeno un episodio di umore euforico o maniacale che ha una durata di una settimana e più. Alcuni individui avranno anche solo episodi maniacali anche se la maggioranza vive momenti di depressione.
Tipo II:
Sono tutti coloro che soffrono di momenti di depressione grave e alcuni di mania lieve ( questi periodi sono definiti ipomaniacali).
A ciclo rapido:
Sono coloro che hanno più di quattro episodi in un anno, generalmente sia i bipolari di tipo I sia di tipo II.
Ciclotimia:
Quando le alterazioni dell'umore non sono gravi come accade nel tipo I o II però possono durare più a lungo. La ciclotimia può evolversi nelle fasi bipolari I e II.
Le cause del bipolarismo non sono ancora ben definite sembra però che ci possa essere una predisposizione familiare, cioè che ci sia una correlazione genetica.
Però anche una causa fisica nella parte del sistema nervoso, può determinare l'insorgenza di tale disturbo. Infatti ciò spiegherebbe il motivo per cui l'impiego di medicinali può aiutare e tenere sotto controllo la situazione. Accade a volte che esperienze troppo stressanti o malattie possano scatenare il bipolarismo.
Poiché non sono un medico è giusto che se avete dubbi o desiderate approfondire questo argomento vi rivolgiate a esperti , intanto vi segnalo dei siti dove trovate in dettaglio più notizie:
Royal College of Psychiatrists, Associazione di Psicologia Cognitiva, Medici Italia.
Nel mondo tante persone famose hanno sofferto di bipolarismo. Eccovene alcuni:
Scrittori e poeti:
Hans Christian Andersen, Honore De Balzac, Edgar Allan Poe, Lord Byron, Charles Dickens, Emily Dickinson, F,Scott Fitzgerald, Johann Goethe, Lev Tolstoy, Hermann Hesse, Ernest Hemingway, Robert Lowell, T.S.Elliot, Ezra Pound, Virginia Woolf, Shelley, Whitmam, Gogol
Pittori:
Vincent Van Gogh, Michelangelo, Edward Munch, Paul Gaugin, Antonio Ligabue, Louis Wain
Politici Statisti:
Abramo Lincoln, W. Churcill, Teodore Rooswelt, Napoleone, Roberspierre, Mussolini, Stalin, Hitler
Musicisti :
Ludvig Van Beethoven, Modest Mussirgsky, Robert Shumann, Gioacchino Rossin, Gaetano Donizzetti, Georg Friederic Haendel, Gustav Mahler, Peter Tchaikovsky, Charles Parker, Jimi Hendrix
Se avere questo disturbo da una parte implica una vita, fino a quando non la si riconosce e la si cura, complicata, dall'atra, guardando i nomi di coloro che nella storia sono stati bipolari, si può affermare che "non tutto il male vien per nuocere".
Perché affermo questo? Non è per essere insensibile al problema o per fare dello spirito inopportuno ma se ben notate tutti i personaggi erano persone creative, veri e propri geni che nella disciplina a loro più congeniale hanno espresso al massimo le capacità.
Come affermano nel sito Osservatorio di psicologia, un pizzico di maniacalità è quell'ingrediente magico che porta a sviluppare la creatività. Studi approfonditi hanno dimostrato che in percentuale le persone affette da disturbo maniaco-depressivo (come i bipolari), svolgono il più delle volte professioni dove la creatività ha una parte importante.
Quando si è nella fase maniaca ci si sente più forti, si ha maggior senso di capacità, più autostima, si è più euforici i pensieri viaggiano a mille all'ora e si ha meno bisogno di dormire perciò si ha più tempo da dedicare al proprio interesse. Almeno l'otto per cento dei bipolari è creativo.
Ovviamente questa capacità riguarda quelle persone che non hanno momenti maniacali gravi.
Durante la conferenza mondiale "The future of Science" tenutasi all'Isola di San Giorgio a Venezia dal titolo MIND, la professoressa Jamison ha affermato quanto segue:
"sono decenni, o veramente secoli che l’umore elevato è stato messo in relazione in qualche modo e sotto certe circostanze, alla creatività. Così è in realtà anche per altri aspetti, come il temperamento, il sottostante dono dell’immaginazione, la capacità di riflettere e di imparare dalle avversità. Poi la depressione può facilitare la riflessione, almeno fino a un certo punto". La Jamison, autrice del libro "Toccato dal fuoco", edizioni TEA 2009, ha sofferto in primo piano di tali disturbi ed è per questo che ha iniziato ad approfondire la ricerca su creatività e follia. Perciò ha iniziato a rivisitare le vite di alcuni geni come Virginia Wolf o Hemingway o Van Gogh. Edgard Allan Poe, affrontò a suo tempo la questione se la follia rappresenti l'intelligenza più elevata oppure no. Tra i pittori Caravaggio ebbe un percorso con tratti di impulsività incontenibile alternati a profonde crisi depressive e laceranti problematiche religiose. Famosa è la vita di Vincent Van Gogh che ebbe momenti drammatici deliranti e che sono stati espressi nei suoi dipinti pieni di luminosità accecante o tele buie popolate da incubi segno tipico della fase depressiva. Shumann compose 24 opere nel il 1840, 27 nel 1847 mentre viveva la fase di ipomania. Durante quella depressiva 34 nel 1833 e 44 nel 1843. Purtroppo se stiamo a guardare lazione di Hitler non è molto edificante. Ma in un libro, molto interessante dal titolo "Il carisma di Hitler. L'invenzione di un messia tedesco", l'autore Ludolf Herbst , afferma che egli aveva del mondo una visione bipolare e la proclamava nei suoi comizi. Se desiderate leggere l'anteprima del libro andate qui Google Books. Altro libro molto interessante che ha provato a spiegare il carattere paranoico del Fuhrer è "Adolf Hitler: analisi di una mente criminale". E' un piccolo capolavoro realizzato da uno psichiatra ed uno psicologo, Riccardo Dalle Luche e Luca Petrini. Per una recensione andate su Il mio libro.it. Infine in rete se volete provare a vedere se potete soffrire di bipolarismo, anche se non è da crederci fino in fondo vi propongo il sito dove c'è un test a voi l'ardua sentenza: SEI UN BIPOLARE?