Trama: una coppia di fidanzati accoglie in casa le nipotine di lui, due bimbette che hanno passato cinque anni in un bosco, apparentemente abbandonate a sé stesse. Purtroppo le pargole si sono portate dietro un pericoloso souvenir dalla terribile esperienza...
Come spesso accade, tutto ciò che viene lungamente bramato e atteso alla fine lascia una sensazione di fastidiosa insoddisfazione e mezza delusione e purtroppo La madre non fa eccezione. Intendiamoci, quello di Muschietti non è un brutto film, almeno per i canoni attuali del genere horror. Vero anche che la pellicola proprio horror non è, sembra più una favola nera di quelle, per l'appunto, che tanto affascinano Del Toro: ci sono due bimbe abbandonate in un bosco da un genitore debole e spaventato (e conseguentemente punito), una strega che "rapisce" i pargoli, la natura a farla da padrone e persino una sorta di racconto di formazione. Gli spaventi sono pochi, per quanto efficaci, circoscritti alla figura di questa "madre" e limitati alle sequenze in cui il mostro non viene visto nella sua interezza, bensì "immaginato" attraverso gli occhi spaventati o adoranti delle bambine protagoniste, oppure percepito grazie ad alcune scene magistrali, come quella in cui Lily parrebbe giocare con la sorella nella stanza finché all'interno dell'inquadratura non entra effettivamente la piccola Victoria ma in tutt'altro luogo. La madre in sé, per contro, non ha un design particolarmente accattivante e non fa paura, il suo look rimanda troppo ai fantasmi capelloni giapponesi e l'ingerenza della CG è particolarmente invadente e pesante.
Un altro difetto de La madre è ovviamente quello di essere un film tratto da un corto. L'opera originale, per quanto un po' banalotta, aveva dalla sua la capacità di condensare l'orrore nel breve tempo disponibile, sfruttando l'effetto sorpresa e la velocità dell'azione. Per ottenere un lungometraggio gli sceneggiatori ci hanno dovuto ricamare sopra e se, da un lato, hanno azzeccato alla perfezione l'intrigante inizio, il commovente finale e il percorso di crescita dell'interessantissimo personaggio interpretato dalla brava Chastain (una ragazza egoista e refrattaria alla maternità che, a poco a poco, impara il significato di amore e sacrificio), dall'altro hanno appesantito la trama con le inutili indagini di un odioso psichiatra e con i sogni "rivelatori" di Lucas, riuscendo a sovrapporre almeno tre modi diversi per riunire tutti i personaggi in un unico punto alla fine del film, quando ne bastava solo uno. Anche la storia imbastita nella sua totalità sa molto di già visto, perché a tratti La madre mi ha ricordato sia The Woman in Black che il meno conosciuto Shiver, mentre il rancore degli spettri non può far altro che rimandare a Ju-On.
Come ho detto, invece, originali e molto belli sia l'inizio che il finale. L'idea di mostrare Madre attraverso il punto di vista sfocato di una bambina senza occhiali è un trucco simpatico, così come sono gradevoli i titoli di testa, che raccontano attraverso i disegni delle piccole i loro cinque anni di vita nel bosco. Il finale, grazie anche al bellissimo ed evocativo score di Fernando Velásquez, mi ha strappato più di una lacrima per il modo in cui riesce a mescolare all'ovvia tensione anche un senso di ineluttabile tenerezza e grandissimo dolore, con un confronto tra madri per nulla scontato. Sinceramente, non posso commentare nulla riguardo alla regia o alla fotografia perché i mainati del multisala, dopo la prima mezz'ora, sono riusciti a proiettare La madre con l'immagine leggermente sfocata, cosa che ha inficiato l'intera visione, ma per quanto riguarda gli attori posso dire che la Chastain da letteralmente il bianco e che le due bimbe scelte per interpretare Victoria e Lily sono sufficientemente inquietanti e "cattive", soprattutto la piccola, protagonista di più di alcuni momenti decisamente spaventevoli. Cacca, infine, sull'adattamento italiano: le bambine hanno passato cinque anni in un bosco da sole, dove l'avrebbero imparato un appellativo forbito come "madre" quando in originale Lily si sgola urlando "mama"? Metter loro in bocca un "mamma" vi faceva schifo? Tra l'altro, sentire dire "madre" mi provoca un accesso incontrollato di risa, occhio. In conclusione, La madre è un film simpatico e guardabile ma non troppo entusiasmante. Speriamo che i prossimi horror che aspetto siano migliori.
Di Jessica Chastain, che interpreta Annabel, ho già parlato qui.
Andrés “Andy” Muschietti è il regista e cosceneggiatore della pellicola. Argentino, è alla sua prima pellicola, preceduta da due corti, Nostalgia en la mesa 8 e Mama. Anche attore, dovrebbe avere una quarantina d’anni.
Nikolaj Coster – Waldau interpreta sia Lucas che il fratello Jeffrey. Danese, ha partecipato a film come Il guardiano di notte, Black Hawk Down, Le crociate – Kingdom of Heaven e alla serie Il trono di spade. Anche produttore e sceneggiatore, ha 43 anni e tre film in uscita.
Daniel Kash interpreta il dottor Dreyfuss. Canadese, ha partecipato a film come Aliens – Scontro finale, Cabal, The Shipping News – Ombre dal profondo, Lo smoking, Le cronache dei morti viventi e alle serie Psi Factor e Piccoli brividi. Anche regista, ha 54 anni e tre film in uscita.
Megan Charpentier, che interpreta l’occhialuta Victoria, era già stata la piccola “controfigura” di Amanda Seyfried sia in Jennifer’s Body che in Cappuccetto Rosso Sangue, mentre, orrore!, la Mama del titolo originale è un uomo che nella vita è stato anche la Niña Medeiros della franchise Rec, Javier Botet. Se La madre vi è piaciuto, comunque, consiglierei la visione di Silent Hill, The Grudge e The Ring. ENJOY!!