Focalizzando l’evoluzione degli interessi politico-criminali negli anni della seconda Repubblica, Macaluso interviene sulle questioni che più hanno acceso la discussione politica degli ultimi decenni: dal caso Andreotti a quello, attualmente molto seguito dai media, della«trattativa» che secondo alcuni magistrati sarebbe corsa tra Stato e mafia allo snodo del 1992-1993. L’analisi del dirigente del Pci, che si è trovato a fare i conti con i poteri criminali da linee particolarmente esposte, si associa quindi alla narrazione di un osservatore attento, che non ha remore a sostenere tesi scomode, si direbbe oggi «politicamente scorrette».
Alla fine di questo percorso, che fotografa uno dei lati più ambigui della vicenda italiana, il bilancio è problematico. La soddisfazione per i risultati ottenuti dal paese legale, del tutto evidenti, si somma infatti alla presa d’atto delle oscurità del presente, in particolare sul piano della politica. Osserva Macaluso: «Oggi … tutto è cambiato. Gli uomini della mafia vincente di allora, quella dei Bontade, sono stati uccisi dai “corleonesi” di Totò Riina, gran parte dei quali è in carcere in regime di vigilanza, il 41 bis. Il contributo dato dai mafiosi pentiti, come Buscetta, è stato rilevante anche perché essi hanno distrutto la stessa immagine del mafioso omertoso e hanno utilizzato l’arma del “pentimento” anche per eliminare amici e nemici. Tutto è cambiato anche nei tribunali, dove una generazione di magistrati, sull’esempio di Cesare Terranova, Gaetano Costa e Rocco Chinnici, hanno contribuito, pagando con la vita, in nome della legge, a dare colpi durissimi alla mafia: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino li rappresentano tutti. E con loro anche tanti uomini delle forze dell’ordine: poliziotti, carabinieri; faccio un nome per tutti, il prefetto generale Dalla Chiesa. Tutto è cambiato anche nella politica. Non c’è più il partito di Li Causi e La Torre. Non ci sono più i partiti di cui parlo nel mio saggio: c’è un vuoto politico impressionante».
Giuliana Ruta
Emanuele Macaluso, La mafia e lo Stato. L’organizzazione criminale e la politica dalla prima alla seconda Repubblica, Edizioni di storia e studi sociali, collana “Questioni attuali”, pp. 160, euro 14,00