La narrazione de Il fatto umano prende avvio alla fine degli anni Settanta, quando si incominciano a intravedere i primi movimenti che porteranno a quella che viene abitualmente chiamata “seconda guerra di mafia”.
Della “storia del pool antimafia” parla Il fatto umano, ed è inutile riassumerne ulteriormente la trama, dato che si tratta di fatti storici noti. Meglio allora sottolinearne l’accuratezza di documentazione: anni e anni di studio dell’autore della sceneggiatura, Manfredi Giffone, che ha consultato tutti gli atti del maxi-processo, visionato interviste, parlato con testimoni, letto libri (si veda la puntuale bibliografia tavola per tavola, online qui).
Di certo Il fatto umano mette a dura prova il lettore: le prime quaranta pagine sono ostiche e non facilitano affatto non dico il coinvolgimento, ma a tratti nemmeno la comprensione di chi legge. La lettura risulta ulteriormente complicata dai diversi livelli di didascalie, che indicano date, ma anche articoli, memoriali, interviste televisive etc (si veda ad esempio la tavola di pagina 18, dove si intrecciano la cronaca giornalistica di Mino Percorelli e il memoriale di Aldo Moro).
Superato lo scoglio iniziale, il fumetto continua a restare complesso, ma più per la materia che tratta che per la sua realizzazione, che anzi acquista ritmo, intessendosi con più scene d’azione e con più dialoghi, e lasciando l’andamento sincopato iniziale.
La storia è incorniciata sfruttando uno stratagemma narrativo:
Non si è fin qui accennato alla principale particolarità grafica de Il fatto umano, ovvero la scelta di zoomorfizzare tutti i personaggi del racconto (fatta eccezione per Cuticchio e i bambini della scena di chiusura) a volte seguendo una vera e propria somiglianza fisica, altre per analogia caratteriale: Falcone è rappresentato come un gatto, Borsellino come un cane, Andreotti come un pipistrello, Pertini come una tartaruga, Riina e Provenzano come cinghiali, e così via.
Rimane poco chiaro il fine di questa operazione. Per gli autori questa scelta contribuiva a rendere i personaggi più riconoscibili.
Anche ammesso questo sia vero (trovo che questo funzioni per una riconoscibilità di “cosca”,
La resa grafica delle tavole è abbastanza funzionale: da un lato, l’acquarello rende un certo sapore anticato, veicolando la tematica storica, dall’altro la partizione estremamente regolare della tavola aiuta la concentrazione sullo svolgersi dei fatti. Il disegno è realistico e preciso, e rivela la diretta osservazione di documentazioni fotografiche e video.
In sostanza, essendo “giusto che tutti gli italiani conoscano questa storia”, come dice uno dei due disegnatori in un’intervista online, questo fumetto può offrire una porta relativamente accessibile nell’orientarsi in quattordici intricati anni di politica italiana, lasciando lo spazio (e offrendo spunti in bibliografia) per ulteriori approfondimenti; e alla fine risulta un impasto di elementi imperfetti che, però, funziona nel suo obiettivo didascalico.
Abbiamo parlato di:
Un fatto umano. Storia del pool antimafia
Manfredi Giffone, Fabrizio Longo, Alessandro Parodi
Einaudi Stile Libero, 2011
375 pagine, brossurato, bianco e nero – 24,00 €
ISBN: 9788806198633
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