La magia delle Dolomiti

Creato il 06 febbraio 2011 da Stefano24

Quando c'è il sole e l'aria è tersa, dalla cima della Pala di Santa si vede uno dei più bei panorami del mondo: le Dolomiti si porgono allo sguardo in tutto il loro splendore, fatto di rocce dai colori cangianti, ma sempre teneri, e geometrie che solo il vento, il ghiaccio e la pioggia possono costruire. La Pala di Santa, piatta e spoglia, è il palco reale del grande teatro dolomitico. Di fronte, guardando nel punto in cui sorge il sole, c'è il gruppo del Latemar, con denti aguzzi come quelli di una sega, rosa all'alba, ocra e grigio nella luce di metà giornata, quasi arancio al tramonto. Guardando verso mezzogiorno, sfiorati con gli occhi il Sella Ronda, le Pale di San Martino e la Marmolada, tutti un po' nascosti dalle alture del Lusia, spunta il massiccio di Lagorai. Tanto le vette del Latemar sono aguzze e ispide, quanto le cime del Lagorai sono rotonde e dolci: morbide come corpi di donna o come labbra aperte al sorriso. Si gira di colpo lo sguardo verso Nord ed ecco il Catinaccio le cui cento «punte» sembrano forare, come aghi, il cielo blu che pare vivo, animato: se ne sta lì dall'eternità a guardare il lavoro del vento, dell'acqua e del ghiaccio. E sarà ancora lì tra milioni di anni, quando la roccia delle Dolomiti non esisterà più. Sciare tra queste montagne non è solo fare sport all'aria aperta, bruciare calorie e riempirsi i polmoni di aria pulita; sciare da queste parti significa riappropriarsi del senso del tempo, significa, per chi ha gli «occhiali» giusti, riempire il cuore e l'anima di emozioni primitive e profonde che solo la natura può dare. E allora non basta più guardare le montagne da lontano, bisogna avvicinarle una ad una, toccarle, accarezzarle, mettere ogni angolo sotto il vetrino del microscopio, per carpirne la segreta bellezza; cercate un hotel sulle piste per vivere pienamente l'esperienza della montagna!