Lo so, lo so… Non vedevate l’ora di questo nuovo post eh?
Infatti, non avendo un cavolo da fare, mi sembrava giusto scrivere qualcosa sulla gitarella di ormai un mese fa nell’isola di Burano.
Era una bella giornata di inizio autunno (in teoria, l’autunno avrebbe dovuto iniziare molto prima, ma dato il clima sballato di ottobre, diciamo così), e io e la mia cara coinquilina Sara, decidemmo di andare a visitare la famosissima Burano. Per raggiungere l’isola ci vogliono 40 minuti di vaporetto, dovete prenderne uno che arriva all’isola di Murano (occhio a non confondere l’iniziale! Murano è quella del vetro soffiato!) per poi prenderne un altro che vi porta a Burano. Se posso darvi un consiglio, non state nella parte esterna del vaporetto, se non fa caldo, eviterete così di congelare e di farvi una piega indesiderata ai capelli, grazie al vento lagunare.
Emh, infatti.
Una volta arrivati a Burano, io non ho nulla da consigliarvi, è un’isoletta piccolissima, ma se siete dei bravi ed entusiasti osservatori vi perderete tra le calli e le case, rimanendo sorpresi ed abbagliati dai mille colori che vi circonderanno.
Credo che non esistano molti altri posti con così tanti colori accesi, dal blu elettrico al fucsia, dal verde smeraldo al giallo flash. Il motivo per cui l’isola è così colorata sembra essere
il fatto che la nebbia, molto fitta a Burano, non permetteva ai barcaioli di riconoscere la propria casa. Decisero così di utilizzare colori accesi tutti diversi fra loro.
“
Una delle più famose leggende di Burano narra che un antico pescatore promesso sposo, durante un’uscita in mare verso l’oriente, venne tentato dal canto delle sirene. L’uomo resistendo ai loro incanti, ricevette un dono dalla regina, rimasta affascinata dalla fedeltà di costui. La sirena colpì con la coda il fianco della nave e dalla schiuma, creatasi dal movimento dell’acqua, formò il velo nuziale per la giovane sposa. Arrivato il giorno delle nozze, consegnò il dono alla sua fidanzata, la quale fu ammirata ed invidiata da tutte le giovani dell’isola e costoro cominciarono ad imitare il merletto del suo velo utilizzando ago e filo sempre più sottile, sperando così di creare un ricamo ancora più bello per il loro abito da sposa.“
La pausa caffè…
I tipici dolci dell’isola di Burano, i Bussolà (o Buranelli).
ù
E attendendo il vaporetto per
Venezia a Murano, un bel tramonto:
Finalmente con un sacco di ritardo le ho postate quasi tutte… Che fatica, è proprio lento l’uploader, o forse è solo la mia connessione di m..ehm.
Spero vi siano piaciute e vi abbiano invogliati a visitare quest’isola fantastica, ve lo assicuro, merita!