La malata, folle e tutta romana battaglia ai tavolini all'aperto. E se ne vantano pure. Riuscite a spiegarci voi il senso?

Creato il 13 marzo 2015 da Romafaschifo



Nei giorni scorsi ci siamo dovuti sorbire tutti i profili Facebook degli amministratori del Primo Municipio e anche dell'Assessore al Commercio che esultavano per l'ennesima retata contro i tavolini abusivi.
Premessa: i tavolini abusivi vanno perseguiti, va perseguito chi li mette fuori perché fa una concorrenza sleale terribile agli operatore onesti, perché ruba al Comune e perché è un evasore. Così come andrebbero perseguiti con altrettanta durezza tutti coloro che occupano abusivamente e impropriamente una cosa preziosissima come il suolo pubblico: bancarelle e autovetture in primis. 

Tutto ciò premesso, tuttavia, voi in quell'angolino di Via Poli esattamente dietro a Fontana di Trevi (giusto per menzionare uno dei luoghi dove in settimana si è concentrata la furia anti-tavolino) vedete meglio tavolini all'aperto con turisti felici che prendono il sole e sorseggiano un drink oppure autovetture parcheggiate? O magari una bella area pedonale libera? Insomma quale pensate che sia la reale vocazione di quel pezzettino di territorio del Primo Municipio? Secondo gli amministratori del Primo Municipio la vocazione di quel pezzo di territorio non è ospitare tavolini all'aperto (sono abusivi e li hanno giustamente tolti), non è realizzare un'area pedonale (non hanno previsto nulla in questo senso), bensì è un'autorimessa a cielo aperto?

Siete d'accordo? Noi no.

Togliere i tavolini abusivi è giusto, lo abbiamo premesso. Ma diventa meno giusto quando questi tavolini diventano d'un tratto abusivi per questioni ideologiche (i commercianti hanno i soldi dunque devono da morì) come sta succedendo con quello strumento mostruoso e mille volte impugnabile che sono i Piani di Massima Occupabilità: una roba che non stiamo neppure a descrivere perché ci viene il raccapriccio. Strumenti puniti che fanno passare la voglia agli imprenditori onesti (merce rara) e rinforzano alla grande le mafie, uniche attrezzate a contrastare un'amministrazione matrigna. 

I tavolini all'aperto sono un servizio per il turismo (una delle prime industrie della città), le auto parcheggiate al loro posto - a di là della botta di buonismo di fare solo stalli per disabili, nella città col maggior numero di falsi invalidi e di usurpatori del permesso - non riteniamo diano servizi ad alcuni; i tavolini all'aperto generano posti di lavoro; generano gettito fiscale; generano introiti per lo stato e l'amministrazione in termini di tassa per l'occupazione di suolo pubblico. La sosta delle auto non permette nulla di tutto ciò. Operando in questa maniera il Comune perde soldi, nega opportunità ai propri imprenditori, nega servizi ai propri turisti dopo avergli chiesto tasse di soggiorno da capogiro.

La battaglia sui tavolini ha, dunque, poco senso. Ma se ne ha, ne ha all'interno di un quadro di legalità complessivo, non settoriale. Altrimenti, in assenza di sistemazioni e di arredo urbano, togli una forma di abuso e a quella si sostituisce un'altra forma di abuso. Nella fattispecie ancor più grave e insensata.

Perché? Quale è il senso di tutto ciò anche in raffronto ad altre città del mondo dove i tavolini sono protagonisti di strade e piazze e dove, invece, la sosta (più o meno selvaggia) ormai da anni non occupa più la superficie  stradale? Spiegateci voi. Dopo aver guardate queste foto qua sopra: come la preferite, voi, la città?

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