La maledizione della Gaiola
Creato il 07 gennaio 2013 da Italiabenetti
@italiabenetti
I luoghi del mistero
La maledizione della Gaiola
La Gaiola è una delle isole minori di Napoli, si trova
proprio di fronte alla famosissima Posillipo nel cuore del “Parco sommerso di
Gaiola”, un’area marina protetta che si estende su una superficie di 41,6
ettari dal pittoresco borgo di Marechiaro sino alla splendida Baia di
Trentaremi.
Alle sue origini l’isola era nota come “Euplea” ossia come
protettrice della navigazione e sicuro rifugio, per questo vi fu eretto un
piccolo tempio; l’isola è così vicina alla costa da essere raggiungibile a
nuoto in poche bracciate, ed è ricca di storie e di leggende.
Verso gli inizi del XIX secolo era, infatti, abitata da un
eremita soprannominato dalle genti locali “Lo Stregone”, che viveva dell’elemosina
dei pescatori del luogo (chissà, magari era questo un modo per ingraziarselo?).
Verso il 1847, sull’isola venne costruita una villa,
visibile a tutt’oggi e che ebbe tra i primi proprietari il celebre Norman
Douglas, autore della Terra delle Sirene.
La villa della Gaiola sorge su un terreno e su un’isola i
cui misteri hanno radici antiche che risalgono ai tempi romani, tempi in cui l’isola
era abitata dal Vecchio Publio Vedio Pollione, un uomo della cui vita si sa
poco, e che coltivava un grande amore per le murene che allevava in vasche
scavate nel tufo, e a cui dava, di tanto in tanto da mangiare, qualche suo schiavo particolarmente maldestro.
La fama spietata del Pollione contribuì molto a rafforzare i
miti negativi sulla costa tra Trentaremi e Marechiaro.
Fino al XIX secolo era ben visibile accanto all’isola della
Gaiola un edificio romano semisommerso chiamato la Scuola di Virgilio.
Secondo leggende
medievali sul poeta-mago, questo era il luogo dove il vate insegnava arti
magiche, creando pozioni ed eseguendo riti magici; proprio queste pozioni
finirono per inquinare lo specchio d’acqua introno alla Gaiola finendo per
gettare un potente maleficio su tutti coloro che vi si trattenevano per molto
tempo.
L’isola della Gaiola è un posto magico e di una bellezza
eccezionale, ma non si può non dire che è anche un luogo un po’ sinistro, che
gli stessi napoletani considerano decisamente jellato; che siate profondamente
credenti o fortemente scettici, non potrete che venire rapiti dalla suggestione
di questo scoglio, un suggestione da brivido se si pensa che la Gaiola è famosa
oltre per la sua bellezza, per la Maledizione che le aleggia intorno.
Ed in effetti, scettici o no ascoltate quanto segue e poi
ditemi:
- Verso la fine del XIX sec. il primo proprietario e
costruttore della villa, Luigi de Negri, mandò in rovina la sua Società della
Pescicoltura del Regno d’Italia nel Mar di Posillipo, che aveva sede proprio
alla Gaiola.
- Nel 1911 il Capitano
di Vascello marchese Gaspare Albenga, per far ammirare la costa alla marchesa
Boccardi Doria, fece incagliare l’incrociatore corazzato San Giorgio sulla
secca della Cavallara, proprio in prossimità della Gaiola.
- Nel 1926 la villa era collegata alla terraferma da una
rudimentale teleferica. In una notte di tempesta il cavo si spezzò mentre una
signora tedesca, Elena Von Parish, stava rientrando sull’isola. La donna venne
rapita dal mare e sparì. Hans Praun e Otto Grumbach, che ospitavano la donna
alla Gaiola, furono talmente scossi dalla vicenda che si suicidarono: uno
subito, e l’altro qualche tempo dopo aver fatto ritorno in Germania.
- Maurice Sandoz, titolare della nota casa farmaceutica, abitò
sull’isola negli anni 1950, ma finì in una clinica psichiatrica dove si suicidò
convinto di essere finito in bancarotta.
- Il barone tedesco Paul Karl Langheim negli anni a cavallo
del 1960 fece brillare di vitalità quell’angolo di Posillipo, organizzando
feste ed incontri mondani. Un periodo tanto splendente da mandarlo rapidamente
sul lastrico.
- Fu allora che Giovanni Agnelli acquistò la villa (Agnelli è
famoso anche per aver subito numerosi lutti in famiglia) che la tenne pochi
anni e la rivendette a Paul Getty, magnate del petrolio, nel 1968. A lui tutto
filò liscio fino al 1973, quando la ‘ndrangheta rapì il figlio. Dopo
l’amputazione di un orecchio del ragazzo, la famiglia Getty pagò un riscatto di
17 milioni di dollari.
- Nel 1978 l’isola passò a Gianpasquale Grappone, detto Ninì,
creatore del Loyd Centauro. Finì in galera travolto dai debiti, ed il giorno in
cui la villa fu messa all’asta, la moglie Pasqualina Ortomeno morì in un
incidente stradale.
Messa all'asta, l'isola è diventata proprietà della Regione
Campania.
Se la storia della Gaiola vi ha incuriositi e siete decisi a
farci un salto, avete tutta la mia comprensione; si tratta di luoghi di
incantevole bellezza in cui i costoni rocciosi e alte falesie di tufo giallo
napoletano scavate e modellate dal vento e dal mare, si fondo coi colori e i
profumi della macchia mediterranea, regalando scorci e paesaggi mozzafiato.
Grotte e fondali ricchi di reperti archeologici romani, resti di ville
marittime, approdi, ninfei, peschiere sono visibili tutt’oggi sopra e sotto la
superficie di un mare azzurro e meraviglioso che non potrà non conquistarvi.
E allora che fate?
Sfidate la maledizione e andate a farci un giro?
Se volete qualche informazione in più sul “Giallo della
Gaiola” ecco qui!
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