In realtà voglio parlare di faccende decisamente meno truculente e più amene: e in particolare di una nuova, meravigliosa pipa che ho commissionato a Giacomo Penzo e che fin dall'atto delle discussioni preliminari sapevo che avrei dedicato a un unico tabacco: il Semois.
Devo ammettere che la prima volta che sbirciando sul suo blog ho letto l'anno di nascita di Giacomo (1991), accanto alla meraviglia per un ragazzo così giovane che era già in grado di tirar fuori manufatti così pregevoli ho sentito dentro me anche una fitta di malinconia al fondo neanche troppo sgradevole: in pratica quando lui ciucciava latte io ciucciavo già sigari e pipe.
Di due cose di Giacomo ci si può rendere conto già navigando nel suo sito: da una parte la grande perizia realizzativa, la cura con cui sono realizzate le sue pipe (in particolare le zone "critiche" come i raccordi fra cannello e bocchino); dall'altra, lo studio - starei per dire la progettazione che c'è dietro la scelta delle forme, degli innesti, dei materiali, dello stesso ciocco da cui realizzare la pipa. C'è una cultura visiva di prim'ordine a guidare la sua matita e soprattutto c'è la voglia di accrescerla e anche di metterla in discussione, di reinterpretarla.
Era già un po' che tenevo d'occhio Giacomo e le sue opere: la molla che mi ha spinto a rompere gli indugi è stato l'incontro personale con l'autore e le sue creazioni, avvenuto a inizio dello scorso dicembre durante una riunione conviviale di appassionati di lento fumo.
Già durante quell'incontro e ancor di più nei contatti che sono seguiti ho avuto modo di apprezzare la grande disponibilità di Giacomo, il suo approccio fatto di poche chiacchiere e molta sostanza, l'umiltà con cui si pone: e in un mondo in cui spesso - al contrario - la fuffa è tanta e i contenuti modesti, già un'esperienza del genere vale una buona fetta del prezzo del biglietto.
Direttamente dalla matita di Giacomo Penzo
La pipa che mi era venuta in mente veniva fuori in egual misura da suggestioni letterarie (il racconto La pipe de Maigret, unico caso in tutto il corpus simenoniano in cui l'autore si sofferma a descrivere una pipa del Commissario, sa bonne vieille pipe, e ci parla di una pipa grossa e curva) e da considerazioni funzionali: volevo una pipa grossa e magari in qualche essenza alternativa alla radica per poterci fumare il Semois.E dato che Giacomo nel suo sito parlava delle proprietà addolcenti del corbezzolo, ho pensato che la sintesi potesse essere questa: una grossa pipa in corbezzolo, sabbiata, una autentica pipe à Semois.
Ci siamo scambiati un po' di messaggi discutendo forme e curvature e fra proposte e controproposte siamo arrivati al progetto definitivo.
E' nata così la pipa che vedete ritratta nelle foto che accompagnano questo post. E' una pipa massiccia, solida, una vera maigrettona curva, distensiva e rassicurante fin nell'approccio visivo.
Sarà bello farla diventare ma bonne vieille pipe, vederla imbrunire e prendere toni bruniti da pittura ad olio fiamminga man mano che il Langue de chien e la Brumeuse passeranno dentro il suo fornello; cosicchè per un piacevole paradosso sarà stato il pipemaker più giovane di quanti hanno intersecato la mia strada ad aver realizzato la pipa che forse più di ogni altra saprà di antico.