L'idea alla base di questo saggio, se così si può chiamare, è quella di fare un'analisi di come molte persone tendano a cambiare il vero senso delle parole, a manometterle, più o meno consapevolmente, per interpretarle a loro favore o influenzare chi sta loro accanto. Un saggio che nasce da un romanzo dell'avvocato Guerrieri, come l'autore stesso spiega all'inizio, che in una libreria notturna aveva trovato il suo libraio intento a leggere un libro, inesistente, sulla manomissione delle parole e sull'uso che ne viene fatto. L'idea quindi di scrivere davvero questo libro credo che sia geniale. Se non fosse che è stata sprecata e buttata via dall'autore in maniera frettolosa e con scarsa cura. Il saggio è breve, troppo breve visto l'argomento che tratta. Tocca tante cose, sì, ma lo fa in modo troppo superficiale, mischiando citazioni, politica e opinioni più o meno personali dell'autore. Avrebbe dovuto approfondire tutto di più, sia per quanto riguarda il passato sia, soprattutto, per il presente e l'importanza delle parole (e della loro manomissione) nella politica di oggi. Non è il fatto che parli di politica (in modo molto schierato... ma riportando comunque fatti) ad avermi infastidito, anzi! Come la penso da quel punto di vista credo sia ormai risaputo e il fatto che anche Carofiglio la pensi come me non può che farmi piacere. E' il modo frettoloso in cui lo fa. Come se l'autore stesso non avesse ben chiaro come e quanto scrivere, come se si fosse voluto fermare prima di dire troppo. Perché? Perché hai sprecato così tutte le potenzialità che questo libro poteva avere? Perché hai stabilito un filo logico, che parte dalla Vergogna, passa per la giustizia, la ribellione, la bellezza per arrivare alla scelta, e poi lo hai seguito solo in parte, lasciando in sospeso troppe cose?
Sono un po' amareggiata, lo ammetto. Una reazione forse un po' eccessiva per un libretto del genere, certo. Ma quando hai tante aspettative (e io, adorando questo autore, di aspettative ne avevo davvero tante), vederle deluse è proprio una brutta sensazione. Soprattutto quando c'era tutto il potenziale per scrivere qualcosa di bellissimo, qualcosa che andasse oltre il mero saggio sul potere delle parole (cosa che non è) e che fosse una vera e propria denuncia.
L'opera si chiude con un altro piccolo saggio dell'autore dal titolo "Le parole nel diritto", in cui analizza come il linguaggio burocratico sia ostile, quasi criptico e non alla portata di tutti. Un argomento effettivamente interessante, a cui Carofiglio è direttamente interessato in quanto magistrato. Ma di nuovo, poche pagine e nulla più.
PS: vorrei fare i complimenti a Margherita Losacco e all'inteso lavoro di ricerca che ha sicuramente fatto (lo si vede dalla bibliografia) per permettere a Carofiglio di scrivere il libro. Io personalmente avrei messo in copertina anche il suo nome.
Titolo: La manomissione delle parole Autore: Gianrico Carofiglio Pagine: 190 Anno di pubblicazione: 2011 Editore: BUR ISBN: 978-8817052344 Prezzo di copertina: 9 € Acquista su Amazon: formato brossura: La manomissione delle parole formato ebook: La manomissione delle parole (best BUR)