E’ iniziata oggi alle 16 l’esame del Senato al decreto legge Enti Locali con all’interno il pacchetto di emendamenti sanità del Governo che recepiscono l’intesa Stato Regioni del 2 luglio scorso. Nel testo anche il riordino dell’Agenzia italiana per il farmaco (Aifa) e il potenziamento dei pronto soccorso romani per il Giubileo.
(ilmanifesto.info)
Il piatto grosso è senz’altro il taglio lineare al Fondo sanitario nazionale di oltre 2,3 miliardi l’anno a valere dal 2015. Un taglio che viene a un anno esatto di distanza dal Patto per la Salute del luglio 2014, riporta indietro le lancette della spesa sanitaria tagliando quello che il Patto aveva dato in più al Ssn. Per compensare la sforbiciata - secondo la ricostruzione fatta da ‘Quotidiano Sanità’, sulla base dei resoconti parlamentari – Governo e Regioni hanno messo a punto una serie di misure, che vanno dai tagli ai contratti di acquisto di beni e servizi sanitari e dispositivi medici, al taglio dei primariati in eccesso dopo l’applicazione dei nuovi standard ospedalieri, fino alla chiusura delle convenzioni con le case di cura con meno di 40 letti.
Governo e Regioni hanno immaginato anche altri interventi per dare una bella sfoltita a prestazioni sanitarie considerate inutili o inappropriate nel campo della specialistica ambulatoriale e nella riabilitazione. A pagare il prezzo dell’inappropriatezza, i cui criteri per individuarla saranno stabiliti da un decreto ad hoc, saranno medici, cittadini e Dg delle Asl.
A smorzare le polemiche riguardo i possibili tagli al comparto, è il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che intervenendo a SkyTg24 ha affermato che non c’è allo studio nessun taglio alla sanità ma ”interventi sulle prestazioni non necessarie grazie alla razionalizzazione. In questo modo si può rendere sostenibile il sistema”. ”Da questo piano di razionalizzazione si possono tagliare 10 miliardi in 5 anni – ha aggiungo il ministro – attaccando gli sprechi improduttivi, l’eccesso di cautela dei medici che porta a troppe prescrizioni ed esami inutili, la cosiddetta medicina difensiva che produce 13 mld di euro l’anno di spesa. In molti casi le analisi prescritte sono più di quelle dovute, per la paura del medico di essere accusato e denunciato”. Su questo “stiamo lavorando con un Ddl alla Camera”. Lorenzin parla anche della necessità di maggiori controlli su quantità e qualità delle prestazioni: “Abbiamo visto negli anni che l’equazione ‘più si spende meglio è’ non vale sempre”.