Da quando il Governo si è insediato, uno dei temi più discussi è stato sicuramente il taglio del cuneo fiscale, per cercare di far ripartire il mondo del lavoro e l’economia Italiana. E sembra che sia arrivato il momento, ma solo a parole. Non a fatti.
Le responsabilità da prendere sono troppe, e al Governo nessuno pare abbia voglia di assumersene. Le larghe intese sono un problema, i lavori molto più lunghi e trovare un accordo sembra essere sempre molto difficile. E anche in questo caso, le scelte non paiono essere ottimali.
Ma andiamo con calma. I calcoli effettuati dal Cgia di Mestre, e ribaditi da Palazzo Chigi, evidenziano che i benefici per le fasce di reddito più basse sia di “ben” 14 euro al mese. 14 euro. Con questi soldi si vorrebbe far ripartire l’economia!
Ma i 14 euro sono, come detto, per le fasce più basse, mano a mano che si sale il bonus evidentemente diminuisce, secondo gli scaglioni indicati dal disegno legge fino ai cinquantacinquemila euro. La Confindustria chiedeva di raddoppiare lo sforzo, anziché i 5 miliardi stanziati salire almeno a 10, e ci sono già minacce di sciopero da parte dei dipendenti.
Ma non è tutta. Dietro l’angolo ci potrebbe essere la solita beffa. Infatti il conto si potrebbe pagare veramente salato con l’aumento delle accise: dall’addizionale Irpef al rimodulamento dell’ IVA, dalla Tasi alla Trise. Ma questi 5 miliardi, a questo punto, non sarebbe stato meglio destinarli alla costruzione di qualche opera pubblica, e aumentare, seppur temporaneamente, l’occupazione?
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