La marmellata della bottega del mistero

Creato il 13 maggio 2012 da Zetaman
Il frutto proibito della dea dell’amore
Al principio fu una mela. Secondo la tradizione nel giardino dell’Eden cresceva una pianta proibita, l’albero del Bene e del Male. Ma su consiglio del serpente, Eva colse il frutto proibito e lo diede ad Adamo. Quando il primo uomo addentò il frutto scopri che si trattava di una mela cotogna, frutto praticamente immangiabile da crudo. Così gli rimase nel gozzo e ancora oggi gli uomini hanno il “pomo d’Adamo” in gola.
La mela cotogna non smise di far danni anche con il passare dei millenni. Durante una delle mitiche feste che si tenevano sull’Olimpo la dea Discordia gettò una di queste mele, con la scritta “alla più bella” in mezzo ad un terzetto di dee. Le tre, i cui nomi erano Atena, Era e Afrodite cominciarono subito ad accapigliarsi su chi dovesse prendere la mela. E siccome non ne venivano a capo scelsero come giudice Paride, il principe di una città di nome Troia. Tutte e tre, nessuna esclusa, cercarono di corrompere il giovane. Afrodite, che era la dea dell’amore, giocò però la carta segreta, promettendo a Paride l’amore della donna più bella del mondo, Elena. Afrodite vinse la gara, ma le due sconfitte si vendicarono scatenando la guerra contro la città di Troia, finché di essa non rimasero che rovine.
Le cotogne erano considerate pregiatissime e sacre alla dea dell’amore, Afrodite. Una leggenda racconta che crescessero solo su un albero in un giardino nel lontano occidente, custodite da un drago e dalle tre Esperidi. Queste erano le tre figlie del titanico gigante Atlante, che reggeva il cielo sulle spalle. L’eroe Ercole riuscì a convincere il gigante a prendere le mele. In cambio egli avrebbe sostenuto per un po’ il cielo al suo posto. Quando Atlante tornò con le mele, però, disse che non ci pensava affatto a riprendersi quel fardello. Ercole, vistosi ingannato, disse che se doveva sostenere il cielo per mille anni avrebbe dovuto sistemarselo meglio sulle spalle e che per farlo avrebbe avuto bisogno di una mano. Atlante depose a terra le mele, sollevò il cielo ed Ercole fuggì come una lepre con le mele, lasciandogli reggere la volta celeste.
Ma qual era il segreto di queste immangiabili mele? Al fatto che, una volta cotte, esse diventano dolcissime e ottime e oltretutto possono essere conservate a lungo, specialmente se cotte nel miele, secondo una ricetta in uso presso i Greci e i Romani. All’epoca infatti, non esistendo lo zucchero, non era possibile preparare la marmellata nel modo in cui siamo abituati. Infatti “marmellata” viene dal prortoghese “marmelo” che è il nome della mela cotogna. E in Piemonte fin dal medioevo si produce una Mostarda d'Uva o Cognà che ha la consistenza di una confettura, colorazione scura ed sapore dolce. Si prepara con mosto d'uva cotto, con l’aggiunta di mele cotogne e altri frutti autunnali. Era usata sia come mostarda per accompagnare il bollito misto o come marmellata per insaporire la polenta e persino la neve.
Lady Marmalade New Orleans è una città fondata dai francesi nel continente americano, che per via di una guerra persa passò agli spagnoli, che però furono invasi da Napoleone e dovettero riconsegnarla ai francesi che la vendettero agli Stati Uniti d’America. Divenne allora uno dei principali mercati degli schiavi che venivano deportati dall’Africa per essere impiegati nei campi di cotone. Il tutto in poco più di ottanta anni. New Orleans è una città mitica per il mondo della musica, dove si sono incontrate e mescolate le culture più diverse. Lì grazie alla vivace e libera comunità nera di origine senegalese è nato il jazz. Sempre lì nel 1917 fu inciso il primo disco jazz ad opera della Original Dixieland Jazz Band, in cui suonavano peraltro due italoamericani.
New Orleans è anche la città oscura e peccaminosa. Dove Marie Laveau, la regina del vudù, nell’Ottocento praticava i suoi rituali davanti a migliaia di seguaci. E dove ti può capitare d’incontrare una creola dalla pelle color caffelatte e dal nome d’arte di “Marmellata” che ti dice “Volete venire a letto con me stasera?” E te lo dice, naturalmente, nel suo francese “Voulez-vous coucher avec moi?” Così pare sia accaduto a Bob Crewe, musicista e già autore di "Can't take my eyes off you" che con Kenny Nolan scrisse una canzone, basata su questo famoso ritornello, portata al successo nel 1974 da Patti LaBelle, che è considerata una delle più grandi voci di tutti i tempi.
La canzone ha avuto numerose cover, da quella delle All Saints nel 1998, a quella più nostrana di Sabrina Salerno del 1987. Esiste persino una versione della band heavy metal Manovar. La più originale resta forse quella interpretata da Christina Aguilera, Lil'Kim, Mýa e P!nk che nel video indossano costumi sexy ispirati all’Ottocento. La canzone fu modificata, togliendo i riferimenti a New Orleans, per essere inserita nel musical “Moulin Rouge!” (2001), con Nicole Kidman e Ewan McGregor, per la regia di Baz Luhrmann. Tutta la colonna sonora è costituita da brani musicali celebri (Beatles, Police, Queen, Elton John, ecc.) reinterpretati e utilizzati in funzione della trama.
Il film, che ha segnato la rinascita del musical come genere, ruota attorno al celebre Moulin Rouge un locale costruito nel 1889 a Pigalle, il quartiere a luci rosse di Parigi, città nellla quale poco più di un secolo prima era morto Jean-Baptiste Le Moyne de Bienville, il fondatore di New Orleans. Il Moulin Rouge era un mulino assolutamente falso, ma in brevissimo tempo ottenne un successo straordinario, grazie alle sue famose ballerine e ai loro audaci balletti, come lo scandaloso can can. E grazie anche alla pubblicità che gli fece il pittore Toulouse-Lautrec che disegnò molti dei suoi manifesti pubblicitari. Proprio per interpretare nel film il deforme Toulouse-Lautrec l’attore John Leguizamo fu costretto a recitare in ginocchio.
Christina Aguilera, Lil'Kim, Mýa e P!nk, Lady Marmalade
La foto è una cortesia di ELE.
La bottega del mistero vi da alcuni altri suggerimenti musicali.
Cremonini – Marmellata n 25
Ma voi, quali altre canzoni che parlano di marmellata conoscete?
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www.illagodeimisteri.it

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