La Mas Bonita!

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Quando si tratta di sessualizzazione precoce delle bambine non c’è luogo geografico o epoca storica che tenga. La bambina all’interno della società deve essere bella, curata e graziosa. Atteggiarsi come una piccola lolita. E c’è da dire che spesso i genitori in questo svolgono un ruolo decisivo, probabilmente poiché hanno introiettato questo modo di intendere la femminilità infantile.

Abbiamo spesso parlato all’interno del blog, e nella sezione Libera Infanzia, di come l’infanzia venga spesso sessualizzata e contraffatta secondo canoni imposti da un mondo adulto che divide i due generi sessuali in categorie distanti tra loro, se non addirittura in opposizione. La cosa che deve far riflettere è che tutto questo viene presentato ai bambini come un gioco. Ed ecco che, per esempio, truccarsi diventa un momento ludico anche per bimbe di quattro, cinque anni.

D’altro canto sovente i familiari rimbeccano in modo petulante una bambina quando si sporca giocando, ripetendo frasi quali “Non rovinarti il vestitino”, “Comportati bene che sei una signorinella” e nel ribadire continuamente quanto sia importante essere sempre belle e carine.

Anche il mercato si è ritagliato la sua fetta di clientela, il target delle bambine, che chiedono alle mamme di assecondare quei bisogni che si sono venuti a creare attraverso l’introiezione di modelli femminili adulti a causa di un bombardamento mediatico di cui sono vittime inconsapevoli. Ed ecco che il mondo delle piccole lolite si tinge di rosa, di ammennicoli per la bellezza o per la cura della prole e della casa.

Le pubblicità e i giocattoli rispecchiano tutto questo: un mondo adulto imposto ai bambini. Se si entra ad esempio in un Toys Center è impressionante constatare come da un lato vi sia il reparto rosa shocking per bambine, comprendente bambolotti con la bua, ferri sa stiro, specchi e principesse e dall’altro il reparto colorato dei bambini, con costruzioni, mezzi di trasporto ecc.

La televisione rimane comunque lo “spazio” dove viene dato libero sfogo al sessismo riservato ai più piccoli, con gli intenti di marketing a cui ho già accennato. Ed ecco che sui canali per bambini compaiono pubblicità come questa:

Visionando questo spot si comprende come il prodotto pubblicizzato sia una bambola dalle labbra carnose che viene introdotta, nella versione italiana, come “La più bella“. Ecco che si rimarca quel bisogno indotto di essere bella anche in tenera età. Ma non solo bella, la più bella, esaltando quindi la competizione tra bambole e, di conseguenza, tra bambine.

Durante lo spot una bambina mette il rossetto sulle labbra della bambola mentre la voce fuori campo recita: “Tutti vogliono baciarla!“. Lo spot termina con la bimba, che avrà si e no 5 anni, che si mette anche lei il rossetto compiaciuta. Nancy Bacio Magico (in spagnolo Nancy Besos Sorpresa) è un gioco consigliato dai 3 anni!

Ciò significa che quando una bimba sta sviluppando la capacità di meta-rappresentazione (ovvero l’abilità di leggere la mente altrui e di comprendere che le altre persone possono costruirsi dei giudizi su di lei) è anche il momento in cui imparerà l’importanza di essere bella agli occhi di terzi.

La più bella. Tutti vogliono baciarla. Questi messaggi insegnano alla bambina che è gratificante essere valutata di bell’aspetto e che questo le varrà anche un riconoscimento affettivo, messaggio che a mio parere può diventare “pericoloso”.

La sessualizzazione precoce dell’infanzia non è purtroppo evidente a tutti. E’ uno schema culturale che cresce con noi fin da quando siamo piccoli. I cosiddetti “capolavori della Disney”, con i quali molte persone della mia generazione sono cresciute, non ne sono certamente esenti. Vi riporto un esempio, tratto da “Il libro della giungla“:

Che cosa vediamo? Una bambina piccolissima con le movenze da donna adulta che viene sessualizzata e funge da richiamo per il maschio (in questo caso si tratta semplicemente di un bambino).

Lascia perdere quelle là, sono buone solo a darti guai” dice l’amico orso. Ecco come indottrinare i bambini a riguardo dei conflitti e degli stereotipi di genere, secondo cui la donna, accessorio che serve solo quando fa comodo all’uomo, comporta problemi ed è solo una seccatura. Lei intanto canta “ma un giorno avrò un buon marito, una figlia anch’io avrò“, “in cucina io starò“, rimarcando il ruolo sociale della donna, quello di sistemarsi con un buon partito e dedicare la vita a casa e figli. Ricordiamoci inoltre che si tratta di bambini, a cui viene cucito addosso un vestito che non ha nulla a che vedere con l’infanzia, quasi come un destino ineluttabile.

La bambina poi si scioglie e si accarezza i capelli, socchiude gli occhi, fa cadere appositamente la brocca dell’acqua per attirare l’attenzione, sbatte le ciglia sorniona e si fa seguire come in una danza di corteggiamento adulta, secondo modelli imposti che dividono nettamente i ruoli dei due generi sessuali: la femmina maliziosa e preda, il maschio cacciatore e completamente rintronato davanti al richiamo dell’altro sesso.

Queste dinamiche possiamo ritrovarle ancora oggi nella maggior parte dei cartoni indirizzati ad un pubblico di bambini in tenera età, che siano della Disney o meno.

In conclusione credo sia utile ricordare che trovate di telemarketing e cartoni animati sono sempre e comunque creati da menti adulte, che il più delle volte dimostrano scarsissimo interesse verso l’educazione rieravate all’infanzia o addirittura si servono della suscettibilità delle piccole menti. Fin da piccoli questi bambini sono costretti, a causa di questi messaggi veicolati dai nostri media, a vedersi come piccoli adulti che devono assecondare le esigenze dei più grandi, e a cui sono attribuiti desideri decisi a priori che finiranno così per diventare anche i loro.

“Sono sempre maggiormente diffuse le campagne pubblicitarie che mostrano piccoli di pochi anni in atteggiamenti adulti. Veicolano al pubblico più giovane messaggi sessuali prima che venga sviluppata la capacità di farvi fronte dal punto di vista cognitivo, emotivo e fisico” (Chiara Volpato)

La Mas Bonita? Liberiamo l’infanzia dalle prigioni create per loro dagli adulti!



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