Ecco un estratto della conversazione che abbiamo avuto ieri sera Io&Lui, al suo rientro da lavoro:
- Nina amoremio ma stai male? -
- Sicuramente ho avuto giorni migliori. Si. -
- Ma che ti senti? -
- Mi sento... -
e giù un elenco dettagliato di tutto quello che ho pensato-provato-visto-sentito-interpretato-desiderato alla festa, condito da qualche lacrimuccia liberatoria. Si, lo ammetto, ho pianto un po'.Volete sapere la sua risposta quale è stata?
- Ammazza! Ieri sera allora hai finto alla grande! Non immaginavo, non si capiva guardandoti da fuori -
Si. Oramai ho affinato le mie tecniche talmente bene che sul momento ci credo pure io. E' questo il trucco e il guaio insieme.
Ma i nodi vengono sempre al pettine e i conti si pagano. I postumi si chiamano così appunto perchè ti sorprendono a distanza di ore, quando ormai credevi fosse tutto acqua passata.
Cominciamo dall'inizio?
- E dai và! Che so due giorni che stiamo aspettatndo sto post, vedi che devi fare. -
Lo so ma ieri stavo a introiettà (Biascica docet!) e stavo anche di metabolizzazione, voi capirete.
Siamo arrivati con un po' di ritardo sull'orario stabilito, un'ora e mezza per la precisione. Prima c'è stata una doverosa pennichella ristoratrice. E poi è anche una tattica per ridurre i tempi di stazionamento alla festicciola, diciamocelo. Difatti siamo giunti a Concezione's home che le genti erano nel vivo dei festeggiamenti: grida di nani echeggiavano per tutta l'estenzione della casa, robba che per un attimo ho pensato: siamo in un film di Gore Verbinski, ma qui li seviziano i bambini? Ecche è?
Saluti di rito
- Dov'è Concezione? -
- E' dietro al nano maggiore, di là. -
- Ah eccoti ciao Concezione questi sono i regali...senti papi pensaci te che Concezione mi è evaporata davanti agli occhi. Era qui e un attimo dopo sparita. -
Cinque e dico cinque minuti dopo la maracas era in mano a un microbo, un bonsai che a malapena si teneva seduto e la sbatteva con una foga e una cattiveria (che non credevo un bimbo della sua età potesse avere) in cielo e in terra. Oh, proprio come me l'ero immaginato! Grazie nano sconosciuto! L'altro regalino, i prodotti nella confezione ricordate? Quello è finito in terra nella cucina e è stato scartato poco prima degli addii. Eh si, avete capito bene, c'erano Fermento e Frenesia, due invitati che di solito non mancano mai alle feste dei pupi.
Lo spazio della casa era stato così organizzato: il salone era diventato la sala dei nanetti, con un telo in terra e il tavolo con le bevande e le cibarie. Tant'è che trattandosi della prima stanza in cui siamo stati catapultati, non vi nego che ho tremato di puro terrore. Ho guardato Lui inorridita:
- E. Gli. Alcolici? E' uno scherzo vero? - Mentre Lui serafico si riempiva il piatto di tortine varie.
Poi c'era la cucina, dove erano la maggior parte degli adulti non interessati ai nani (Evviva. Casa!) e che ho scoperto a breve essere anche il luogo in cui si celavano le bevande da grandi. Nascoste ne frigo. Ve l'avevo detto o no che il compagno di Concezione è il re degli aperitivi home-made? Menomale che c'era lui, santo uomo!
La prima cosa che mi sono sentita chiedere è stata questa:
- L' hai visto il piccolo? - Il neo nano? No. Per scelta di vita. Si chiama politica di sopravvivenza.
E invece m'è toccato, fortuna domiva beato nel suo portanfàn. Noooo per carità, dorme così bene, sia mai si sveglia.
E' andato tutto meglio di quanto credessi sapete. Che in fondo gli spazi erano separati, i nani non erano in esubero e il loro numero era nettamente inferiore a quello degli adulti. La musica era fantastica, nulla che ricordasse un bambino e il suo mondo. C'era da bere e da mangiare e se volevi evitarti di scontrarti con uno di loro in fuga da diosolosà quale presenza oscura (ce li avete presente quando scappano e corrono forsennati come se qualcuno li inseguisse? Cazzo vanno? Ovvio, verso il primo muro che incontrano e lì finisce la loro allegra corsa e anche la nostra pace) c'era la sala fumatori (si è una casa grande) dove intrattenerti in chiacchiere amabili su "qualunqueargomento tranne quello".
E così mi sono ritrovata coinvolta in dicussioni da donna tra le quali: tinte per capelli, l'ultima ceretta e l'ultima mestruazione. Ecco quest'ultimo è un po' un tabu per quelle come me, è vero, ma in un modo o nell'altro tra femminuccie esce sempre, tipo il prezzemolo che sta sempre immezzo. E così mi sono anche ritrovata a dire:
- Oh il mese scorso col ciclo per la prima volta nella mia vita non ho avuto alcun fastidio, alcun dolore, quasi come non lo avessi. Non mi era mai successo così...speriamo che...speriamo che.... -
Sapevo cosa stavano aspettando che aggiungessi dopo, qualcosa tipo "che continuino così per sempre", ma fingere fino a questo punto no, non ce la posso fa. E' contro i miei principi morali, agli ideali in cui credo. Avrei voluto gridare "Speriamo che non mi tornano piùùùùù cazzo!" E così ho lasciato morire il discorso.
Questo intendo con mettere la maschera. Che è poi la parte più tosta devo dire. Vi spiego la mia teoria, seguitemi:
gli invitati si dividono in 2 macro-categorie: quelli con figli e quelli senza, ma per scelta. In mezzo ci siamo Io&Lui (o Tu&Lui, come preferisci), che non apparteniamo a nessuna delle due, ma da qualche parte dobbiamo pur stare e integrarci pure. Per comodità (visto che ci/vi manca un pezzettino rilevante) ci buttiamo tra gli "sprovvisti momentaneamente" e da quel momento ci tocca di agire, pensare e parlare proprio come loro. Come dei moderni Bond, Jamesbond, agenti segreti in incognito. Anche se noi siamo a metà perchè è vero che non abbiamo figli, ma ci sentiamo già genitori e vorremmo prendere parte a quei discorsi lì da genitori (e un po' lo facciamo/fate pure, salvo poi esser presi per scemi saccenti che non sanno proprio di cosa stanno parlando) e non ci sentiamo più solo coppia. Insomma uno strano ibrido che non si riconosce in chi gli sta intorno ed è pertanto costretto a confondersi con la massa e dare il meno possibile nell'occhio, come camaleonti che si mimetizzano con la tappezzeria. E per me è ancora più dura perchè sono tremendamente e irrimediabilmente attratta dai bambini e finisce che mi faccio male da sola. Perchè mi invischio in certi discorsi che quando la mamma di turno mi racconta gli aneddoti del suo amorucciociccioso io chi posso portare ad esempio? Giusto i nani malefici dell'asilo, o l'amoredezia...o al massimo la mia gatta! Capito come sto! E' un mondo difficile per quelle come me....
Comunque devo dire che alla fine mi ero pure integrata bene, non si notava affatto la differenza tra noi e loro, quelli "senza figli ma per scelta". Un po' di più si notava con la categoria genitori, ma vi assicuro, ci stiamo lavorando per ridurre la distanza, il margine. E' andata bene(ino) almeno fino a che non è successo l'irreparabile, il così detto puntodinonritorno. Dopodichè puoi solo che tornartene a casa a testa bassa e muta. Non fiatare che è meglio scema di una Nina.
Mi assumo completamente la responsabilità di quanto segue, ho avuto un momento di distrazione, di debolezza e di imprudenza (altresì detto momento del coglione, lo consocete no?) lo ammetto.
Me la sono cercata da sola.
Fino a quel momento avevo adottato la politica del: evita il neonano con disinvoltura e tutto andrà per il verso giusto. Poi è successo che mentre passavo davanti al bagno con una mia amica lo vedo lì, disteso sul fasciatoio, solo e con la faccina imbruttita, con le grinze per lo sforzo: era sul punto di mettersi a piangere. Eddai non ditemi che voi non l'avreste fatto! E' stato più forte di me, un attimo e ZAC lo avevo tirato su e adagiato sulla mia spalla. Come non avessi mai fatto altro nella mia vita di donna. Sono corsa in salone a cercare Lui e quando ho incorciato i suoi occhi ho esultato:
- L'ho trovato! E' mio! - pescherzo ovvio. Però poi mi sono immedesimata nella parte e questo non si fa. E non si fa per una serie di buoni motivi:
- perchè finisce che ci credi davvero che stia succedendo proprio a te e ti vivi il tuo momento di gloria in cui ti guardi intorno soddisfatta, in brodo di giuggiole e gli altri scherzando ti ci mettono pure il carico sopra e ti dicono: - Ma lo sai che ci stai proprio bene?- oppure - Ma guarda te! Potrebbe essere tranquillamente il tuo!- o anche -Oh sei portata davvero, sembri la madre! - Ma il peggio è Lui, che ti guarda con gli occhi da trota e ti fa -Come sei bella amoremio, sei perfetta...sarai una mamma meravigliosa - e giù a odorarlo, sbaciucchiarlo, ammmirarlo. Da un'esperienza così, un incontro ravvicinato del terzo tipo, non ti riprendi più.
- perchè a un certo punto lui, il neonano, si stancherà di te e sgamerà l'inganno e inizierà a piangere e tu non potrai nulla di nulla contro il potere supremo, l'ascendente massimo e invincibile che ha la mamma su di lui. E verrai crudelmente scaricata, senza pietà. Non hai chances, lascia perde.
- Perchè non hai le sue tette. Non sei una latteria ambulante. E te ne starai lì incantata a guardare mentre LEI lo allatta e lo guarda estasiata, la sua creatura e lo riempe di premure e attenzioni, l'amoredellamamma, mentre tu l'unica cosa che potrai fare sarà chiederti, tra te e te in imbarazzato silenzio: "Chissà cosa si prova." Sospiro e via... parte la scenetta mentale alla Ally Mcbeal con relativa colonna sonora: Qui sas...qui sas...qui saaas
- Perchè toccherai con mano la bellezza e la perfezione per un attimo che ti sembrerà eterno. Ma poi l'effetto inebriante svanirà e l'unica cosa che non ti abbandonerà più sarà il senso di selusione, di enorme presa per il culo che ti accompegnerà per i giorni a seguire. Un po' come l'effetto giostra. Ci sali ti diverti, giri e giri e giri e poi al culmine del piacere ti portano via e ti dicono non è cosa per te. Questa non è la tua felicità. E' la loro. Per te c'è in serbo altro. Questa è la loro gioia, la loro vita, il loro figlio. Tu no. Pippa.
Perciò, se qualcuno mi chiedesse
-Com'è andata domenica la festicciola?-
a quel qualcuno, se fosse una persona a conoscenza dei fatti, risponderei semplicemente:
- Ho retto botta -
E sono certa che di più non poteva esser fatto. Sono sempre più sicura che il massimo che si può sperare è uscirne indenni. Lo scotto, tanto puoi star tranquillo, lo pagherai il giorno dopo. Immancabilmente immagini, brandelli di discorso, cose ascoltate, cose solo pensate, cose provate, taciute o seppellite e censurate, ti torneranno tutte a galla, e tutte insieme. A raffica, effetto mitraglia. Io in questi casi mi chiudo in casa e aspetto che passa.
Perchè poi passa, sempre.