Ci sono giorni talmente brutti che sono come le lame di un grosso coltello: taglienti. Pesanti come un'incudine arrugginita, spessi come il guano di uno stormo di gabbiani con la gastrite. Difficili da attraversare. Giorni bui che faticano a passare e fanno in tempo a scavare solchi profondi come fossati, lasciando dietro di sé una eco distinta: Eco, eco, eco... Come l'effetto dopler che ci fa sentire l'ambulanza anche quando è lontana.
Certo, Mastro Shakespeare, che forse manco le hai scritte tu quelle tragedie così belle e truculente: tu in fondo hai ragione, i brutti giorni poi passano.
Ma più molto, molto lentamente di tutti gli altri.