Appunti sparsi su mille piccoli fogli gialli, agende piene di scarabocchi, scrivanie zeppe di libri, cose da ricordare e note, senza mai avere il tempo per me, per dedicarmi alle cose che amo, senza l’assillo dei minuti contati e del mio nemico più grande, la paura di iniziare qualcosa, qualsiasi cosa. Perché tutto sta sempre nell'iniziare e la sensazione di smarrimento è simile a quella che si ha davanti a un’enorme matassa ingarbugliata da srotolare.
Difficile mettere le emozioni nero su bianco. Ancora più difficile capire da cosa cominciare a raccontare. Oltre al fatto che nell'ultimo anno ho accumulato una quantità talmente elevata di vissuto ed esperienze che se pensassi ancora un po' rischierei di farmi esplodere il cervello. Prima o poi mi convincerò che il modo migliore di liberarsene è "vomitarli" (le orecchie sensibili mi scuseranno, ma rende meglio l'idea) in un libro.
In attesa del filo conduttore che leghi le parole di un libro tutto mio, mi tengo allenata con letture spensierate, come quella - piacevole e tutta di un fiato di ritorno in treno da un fine settimana barlettano - dell'ultimo libro di Carla Signoris "Meglio vedove che male accompagnate". Si parla di amore, amicizia, tradimenti, lavoro, maternità. Si parla di donne insomma, chi altro sennò? Buon inizio di settimana gente!