La matematica dell'11/09

Creato il 11 settembre 2011 da Andima
C'è sempre chi crede che la matematica sia facile perché uno più uno è veramente facile, perché basta muovere un dito, poi un altro e vedere che son due, davvero, e sono lì, davanti agli occhi e nessuno potrebbe affermare il contrario, che lui, il contrario, verrebbe soltanto a chi gli manca, un dito, forse perso sul lavoro, che magari a muovere la falange si vede poco e finisce che fa uno e mezzo. Allora anche uno più uno è relativo, se per lui fa due e per un altro fa uno e mezzo, e vai a vedere che forse quel dito perso è stato frutto di un disegno ben più complesso, che loro, i disegni, aleggiano sempre all'ombra di un dubbio, e che qualcuno vuole sfatare l'uno più uno introducendo la religione del mezzo. Dicono che le cospirazioni siano un po' come le religioni, guarda caso, nascano per semplificare quell'ignoto troppo grande, complesso e irraggiungibile, e come le religioni raggruppino pian piano seguaci e credenti; poi però succede che la religione si scontri con la realtà e la presunzione di sapere divenga una lotta alla ricerca dei dettagli più indigesti perché lei, la realtà, è troppo schietta, noiosa, è sempre la stessa, è fatta di foto e video, è vanitosa, ma non perfetta e ci pensa la storia poi a contraddirla, così finisce che attrae di più un dito e mezzo che due, soprattutto poi se c'è chi ha una falangetta mancante, persa in guerra, una guerra scoppiata perché uno più uno fa due, ufficialmente. Eppoi uno più uno può far anche quattro (o tre) se si soffre di diplopia, se si vede doppio e allora anche in quel calcolo facile, con le dita, la realtà diventa diversa da quella degli altri e loro, gli altri, increspano il sopracciglio, ti puntano dubbiosi o addirittura attaccano perché lei, la realtà, è meglio che sia comune, meglio che sia un accordo, condivisa, che se non conti bene finisci che non conti neanche tu e gli altri poi no, non tengono in conto quel che dici, quel che conti assume l'aria di un racconto, irreale. E se io so, ma non ho le prove, non ho nemmeno gli indizi, allora non sono un matematico ma posso comunque pensare a due conti, perché per contare basta poco, anche se poi non è facile, come abbiamo appena dimostrato.
Dieci anni fa allora, la realtà diceva due, perché c'erano delle torri ed erano una più una, quindi due (o forse una e mezza o anche quattro); eppoi è successo che son diventate zero con tanto sangue e così come per l'addizione, anche sulla sottrazione c'è un gran lavorare, di domande e risposte, tante, ma quello che rimane, al di là della matematica e la sua lotta alla realtà, è proprio il sangue, che di quella matematica in disaccordo ne farebbe volentieri a meno, almeno oggi, anche se poi proprio lui, il sangue, si è moltiplicato altrove, per trovare un numero uno e farlo diventare zero e non solo,  in nome di quello zero e del due che fu.

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