La matriarca

Creato il 09 aprile 2014 da Lanterna

Quando ho scritto il post precedente, forse un po' me lo sentivo. O forse no, perché è normale che i gatti non si ripresentino subito all'appello quando torniamo, soprattutto se c'è stato bel tempo.
E invece il ritardo della Bianca non era normale: lunedì pomeriggio l'abbiamo trovata in pessime condizioni e questa mattina è morta, nonostante tutte le cure delle mie meravigliose veterinarie.
L'unica consolazione è che sia morta tra le mie braccia, e che Luca e i bambini l'abbiano salutata e accarezzata per un'ultima volta.
Lei è stata la mia matriarca, colei che ha aperto le porte a tutti gli altri: l'orribile Orsino, Bigia la scervellata e gli attuali inquilini di casa mia.
È sempre stata quella dolce e calma, quella a cui si poteva fare di tutto. I bambini non hanno mai giocato con lei, la consideravano una specie di mamma gentile e soffice. Io le ho aperto le porte di casa, ma il suo vero amore era Luca: si appartenevano, spesso lui se la ritrovava in braccio senza neanche sapere come.
Perdeva un mare di pelo cotonoso e faceva sempre le fusa. Se le passavi vicino, eri quasi certo che si sarebbe strusciata su di te, a costo di perdere l'equilibrio e cadere. Non miagolava: emetteva una serie di squittii e cigolii. Quando andavamo a fare le nostre passeggiate nel bosco, ci seguiva protestando a gran voce. Non era una gran cacciatrice, aveva il sedere troppo pesante.
Il trasloco a casa del polacco l'aveva un po' destabilizzata, ma tutto è andato a posto quando abbiamo acceso la stufa: è stato subito amore folle e dissennato.
Ultimamente, siccome non usavamo più la stufa, si era fissata di dover dormire sul cuscino di Ettore.
Abbiamo passato insieme quasi 10 anni: era arrivata a casa nostra il giorno di Natale del 2004, insieme alla neve. Se ne va in un giorno di sole bellissimo come lei.


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