Voci “letterarie” come quella di Ahlam Mosteghanemi catturano il lettore per condurlo fino alla vera essenza del mondo arabo-islamico.
Solo nel 1962 la scrittrice e i suoi congiunti sono riusciti a tornare nella terra natia, proprio al termine della Rivoluzione algerina. Ha iniziato la sua carriera letteraria giovanissima, pubblicando un libro di poesie in arabo, partecipando e curando in prima persona programmi radiofonici dedicati proprio alla poesia. La sua vita, però, non è stata semplice.
Tale identità, come è facile intuire, doveva essere rimodellata anche attraverso la lingua; per l’Algeria indipendente, dunque, uno dei primi passi da compiere è stato proprio quello di riappropriarsi dell’arabo, quasi totalmente soppiantato dal francese.
Si entra, qui, in un argomento molto complesso, quello della scissione tra l’identità arabofona e quella francofona, con tutte le sue conseguenze visibili ancora oggi, su cui servirebbe un articolo a parte solo per definire il discorso nelle sue linee generali.
Ahlam Mosteghanemi è proprio uno dei simboli di questa “rinascita” algerina. Lei stessa ha sempre, giustamente, sostenuto che non solo gli uomini hanno combattuto per l’indipendenza e rischiato la vita, ma anche le donne. Eroi ed eroine, peccato che la Storia, come spesso accade, si ricordi solo dei primi.
L’autrice lotta per i diritti delle donne, parlando d’amore e di problematiche inerenti proprio alle libertà fondamentali ma negate all’altra metà del cielo. Tutto ciò scrivendo in arabo, senza la “mediazione” di alcuna lingua europea.
Per questa ragione è stata espulsa dall’Unione degli Scrittori Algerini, in quanto la sua scrittura non si uniformava alla politica dell’associazione. Nonostante questo l’attività letteraria di Ahlam continua e oggi non solo la scrittrice ha più di tre milioni di followers sui social networks, ma i suoi lavori sono stati tradotti in diverse lingue e, secondo Forbes è l’autrice araba più famosa al mondo.
In Italia sono state tradotte due sue opere: “La Memoria del Corpo” (Jouvence, 2000) e “L’Arte di dimenticare. Amalo come sai fare tu, dimenticalo come farebbe lui” (Sonzogno, 2013).
Il primo libro è un romanzo toccante, di grande bellezza stilistica e originalità, in cui la vera protagonista è l’Algeria libera, in particolare la città di Costantina.
La nazione tenta di risollevarsi, ma la corruzione e la speculazione rischiano di soffocarla. “La Memoria del Corpo” è il primo romanzo scritto in arabo da una donna algerina e diventato un bestseller a livello mondiale.
Lo stile di questo saggio è fluido, cadenzato dal ritmo della spensieratezza di vivere che, però, non indugia mai nella superficialità, rinnovandosi, invece, negli insegnamenti che vengono dall’esperienza, dai fallimenti che non devono scoraggiare bensì far diventare più forti.
Un libro alle donne e sulle donne, un modo ironico per riflettere su certe debolezze tutte femminili e certe mancanze tutte maschili.
Written by Francesca Rossi
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