La Memoria e il ricordo coabitano.
Per forza.
E tutte le coabitazioni hanno una fine.
Per forza.
La qualità della Memoria dipende dal modo in cui sarà stata trasmessa.
Come reagiranno i destinatari della Memoria, tra cent’anni o più?
A parte alcuni monumenti, alcune cerimonie discrete o alcuni resti nei musei, cosa resterà della Memoria ? Quella di oggi?
Andare a una cerimonia? Una fatica…
Andare nei musei? La gente preferisce vedere cose allegre piuttosto che cose tristi.
Il Tempo, padrone degli avvenimenti, proprietario dei ricordi, diluirà fatalmente lo spirito della Memoria.
La Memoria che noi conosciamo.
Quella che vorremmo trasmettere.
Quella che sarà contestata.
Perché noi non saremo più là.
Perché questa Memoria sarà solo una Memoria caduta nel dimenticatoio della Storia.
Serge Smulevic
Nato a Varsavia nel 1921, naturalizzato francese, Serge Smulevic entrò nel 1942 a far parte della Resistenza. Denunciato dalla donna che lo albergava, fu deportato prima a Drancy, poi ad Auschwitz, poi evacuato a Dachau. Riuscì a sopravvivere nei campi grazie alla sua abilità di disegnatore. Il suo tatuaggio a sei cifre e i suoi trentotto chili furono liberati dagli americani il 29 aprile 1945.