La mente, dopo un brutto colpo alla testa, è come una casa dopo un uragano: frammenti irriconoscibili, briciole, schegge.
Brandelli di memoria sparsi tra le macerie. I pezzi ci sono tutti, da qualche parte, ma lo scenario è così alterato che, pur rinvenendoli, il cervello non sa cosa siano né da dove provengano.
<<Dov’è Eleni?>>
<<Muerta>>, dice il dottore.
Leo chiude gli occhi, è stranamente calmo mentre la bomba sta per travolgerlo. Un ultimo sguardo prima di essere spazzato via. Fruga nella mente, ma ciò che vede gli è oscuro. Una nebbia fitta ricopre ogni cosa; riesce appena ascorgere alcune figure vagamente familiari. Muerta. Sa già che è morta. Quando l’ha domandato non ne aveva idea, ma la risposta gli suona come la conferma di un ricordo che non riesce a far riaffiorare. Dal caos della sua mente un’immagine emerge ben a fuoco: Eleni. Occhi castani, folta chioma di riccioli neri, una scossa di energia canterina. Canta sempre, come gli altri respirano. Per un attimo fuggevole avverte la sua vitalità, il suo calore. Erano come un solo atomo, loro due. Indivisibili.
Da Danny Scheinmann, Piccoli gesti di amore eroico, Corbaccio.
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