condivido anche qui buona parte di un mio articolo pubblicato di recente sul sito musicale di “Troublezine” per cui collaboro e lì intitolato “Giovanni Lindo Ferretti è ancora Fedele alla Linea?”
http://www.troublezine.it/columns/20092/giovanni-lindo-ferretti–ancora-fedele-alla-linea
Ha destato molto scalpore la foto – nemmeno troppo recente fra l’altro – che immortalava Giovanni Lindo Ferretti fianco fianco, praticamente abbracciati, con Giorgia Meloni, la “leonessa” del nuovo (?) partito di destra (chiamiamo le cose col loro nome, perché di centro Fratelli d’Italia non ha nulla, esattamente come il Pd di Renzi non ha nulla dell’antica Sinistra).
Scandalo, obbrobrio, accuse di essersi venduto (a chi e per cosa poi?), di essere sulla via del rimbambimento, della senilità precoce, della perdita del senno, con dall’altra parte le opinioni di chi lo ha sempre conosciuto e lavorato spesso al fianco, atte a ribadire che a certe posizioni e determinate ideologie di pensiero il Nostro era già arrivato molto tempo prima, forse in concomitanza col suo periodo più estremamente “militante”.
Già, la stragrande maggioranza dei fans e degli appassionati di musica, ancora non ha digerito quella che agli occhi di persone che lo seguivano con ammirazione, è stata una vera svolta, meglio, una mutazione che pare quasi genetica.
Ma come? GLF, quello del filosovietismo emiliano, del punk islam, di Lotta Continua, l’eremita, l’Artista che non vuole scendere a patti con l’industria o con qualunque cosa sappia di “mediatico”, che si prodiga in ammiccamenti con la componente più becera della politica italiana, con la parte che meno di tutti sembrava potesse manifestare il suo pensiero di giovane compagno? Sì, se lo si guarda bene è proprio lui, quello che ora dice con espressione fiera e convinta: “I migranti? Prima gli italiani!”, quasi fosse discepolo di Salvini, più che di Maria Teresa di Calcutta.
Già, la connessione con la religione, un tempo quasi rinnegata ma in realtà sempre salda nel suo animo di bambino montanaro cresciuto in una famiglia di democristiani devoti, la stessa insegnatagli dal suo Maestro Papa Ratzinger, non dovrebbe farlo più attento a questioni come l’accoglienza, la vicinanza, la solidarietà col prossimo? La tanto millantata coerenza di idee, tesa a giustificare ogni sua esposizione pubblica al sapor di deriva decadente, viene a vacillare già in questa circostanza, figuriamoci se alla base vi sono decenni densi di dischi, progetti, eventi assimilabili a quell’altra un tempo grande bandiera?
E allora, il dubbio già sollevato da molti “sociologi” da tastiera, e che mi trova d’accordo è: ma tutta questa gente che ha perso stima nei suoi confronti, prima lo seguiva solo per la sua appartenenza politica o anche per la sua musica, i messaggi, l’Arte?
Il punto è sempre quello: a nessun artista viene in teoria chiesto di pontificare, di fare proclami o azzardarsi a schierarsi con l’una o con l’altra posizione. Fateci scatenare un’oretta ai concerti, fateci cantare sotto la doccia, fateci sognare con la vostra poesia, ma se tra i vostri obiettivi in musica vi è anche quello di spronarci a riflettere sul mondo, a indignarci persino, a ricordare la storia, a non disperdere la memoria, come ha fatto per tutta una fruttuosa carriera Giovanni Lindo Ferretti, beh, allora ci si aspetta che parole delle canzoni e pensieri intimi e personali viaggino in sincrono, altrimenti semplicemente non ti esponi, non ti ergi a modello per un’intera generazione per poi “abbandonare” tutti in uno stato di disagio!
Proprio così, il disagio, forte e profondo, è il principale stato d’animo che io personalmente ho vissuto assistendo alla metamorfosi di questo signore che, artisticamente parlando, mi ha dato e trasmesso più di ogni altro del suo tempo. Come persona non giudico il suo credo politico attuale, non sarei nessuno per farlo, ma di certo non trovo più nessun nesso tra ciò che era e ciò che è ora, anche se probabilmente in realtà lui di base è un estremo, un provocatore, un destabilizzatore, che può vantare dalla sua una capacità affabulatoria e un magnetismo fuori dal comune.
Credo che indietro non si possa tornare, vorrà dire che continuerò ad ascoltare i suoi dischi: dei CCCP-Fedeli Alla Linea, dei C.S.I, dei P.G.R… perché le canzoni, almeno quelle, non tradiscono mai!