La mia amica Stefania. Tutto iniziò quella volta…

Da Frammentidipassione

Nel post precedente avete avuto modo di conoscere la Stefy e questo ha fatto riemergere dalla mia memoria dove tutto è cominciato. Quella volta in cui, una sera, mi telefonò tutta agitata:

Silvia,

NON PUOI IMMAGINARE, non ci puoi credere.

Ci conosciamo da una vita. Di me sai tutto. Questo però ancora non lo sai. Ho bisogno di te. Ti prego.

Giovedì scorso ho fissato un appuntamento con Ludo: un tipo che ho conosciuto al bar di Carlo. Ludo mi è sembrato simpatico fin da subito. Ha due “fanali” verdi e due labbra da paura.

Bene, ridiamo, scherziamo, beviamo per un paio d’ore. Alla fine ci ritroviamo nel bagno del bar colti da un irrefrenabile desiderio di sesso.

Troppo casino, qualche bacio ma nulla di più. Concordiamo allora l’incontro per il sabato successivo, a casa mia.

Venerdì sera mi telefona e mi dice che verrà con un amico!!! Immagina la mia delusione. Poi però mi dice che al primo sguardo ha capito chi sono e mi chiede di pensare, di liberare le mie fantasie e di fargli trovare una sorpresa …

Sabato mattina arriva un suo messaggio: una foto del suo cazzo, enorme, e della sua mano che lo stringe. C’è una frase: -“Sono ore che me lo meno pensando alle tue tette. Quando ti vedo te le rompo, preparati.”-

Mezz’ora dopo nuovo messaggio: breve filmato del suo cazzo che esplode, sborra ovunque. –“ Sono certo che con quella bocca fai dei pompini da sogno, voglio riempirti la gola. Sabato ti soffoco col mio cazzo. Ora voglio che ti infili prima nella figa e poi nel culo la cosa più grossa che trovi, fai un filmato e mandamelo.

Ti giuro Silvia, sono come uscita di senno. Mai in vita mia, e tu lo sai, avevo fatto cose di questo tipo. Ma quel messaggio, l’ordine perentorio ricevuto e la promessa di violenza mi hanno fatto impazzire.

Sono andata in cucina. Nel cassetto ho trovato il leva torsoli, sai che compro le peggiori boiate. Ha un manico grosso che si allarga all’estremità diventando ancora più grosso.

L’ho lavato. In bagno mi sono tolta lo slip, mi sono sdraiata sul tappetino, ho aperto le gambe, ho impugnato l’oggetto alla rovescia e così, “a freddo”, me lo sono infilata dentro la figa mentre con la mano destra reggevo il telefono per riprendere tutto.

Era gelido ma immediatamente mi sono sentita allagare, non tanto per l’oggetto in sé ma per l’idea che poi avrei inviato il film e lui si sarebbe fatto una sega guardandolo.

Mi sono fermata, ho riguardato il film e l’ho inviato insieme ad un messaggio che lo invitava a fare la stessa cosa alla mia figa perché avrei voluto farmela sfondare.

Manca il culo. Ma dell’oggetto avevo paura. Allora ho filmato la mia bocca con tre delle mie dita dentro che poi mi sono infilata nell’ano allargandolo il più possibile. Stessa sensazione di delirio all’idea della reazione che avrei prodotto su quell’uomo. La frase che ho allegato era più o meno così: -“Ce la farai ad infilarmi il tuo braccio nel culo dopo che con il tuo gran cazzo me lo hai aperto per bene?

Da lì un susseguirsi di messaggi per tutto il giorno che da un lato mi inviava promettendomi ogni genere di violenza e “schifezza”… dall’altro che io inviavo rilanciando, neanche fosse un gioco di carte.

Alle 20.30, mezz’ora prima dell’appuntamento ero nel panico più totale. Giravo nuda per casa senza sapere cosa fare, come vestirmi … e la sorpresa???

Telefono. Messaggio vocale: -“ sono Ludo, arriverò in ritardo, voglio farti male, ma anche bene. Voglio trovarti mezza nuda che ti meni la figa.  Voglio trovarti eccitata, devi odorare di voglia. Quando entro ti voglio a pecora con il culo alto ben in vista. Poi te la voglio leccare, succhiare, bere. Deve avere un sapore buonissimo. Spero tu non ti sia lavata troppo. Il mio amico per questa volta non viene.”-

Era troppo, mi sono sentita partire come non mai. Ho messo un reggiseno nero, di pizzo, leggermente imbottito. Prima di farlo mi è venuta voglia di toccarmi il seno, di stuzzicarmi i capezzoli, di strizzarli. Avrei voluto avere due tette enormi per potermele succhiare.

Poi ho indossato un perizoma coordinato. Sopra, una camicia di seta viola, aperta.

Ho messo una collana di perle nere, lunghissima. Mentre camminavo scalza per la casa la sentivo fredda sulla pancia.

Poi ho riascoltato l’ultimo messaggio, quello vocale.

Ho infilato una mano nello slip, così, in piedi, appoggiata al muro d’ingresso. Con l’indice ho cominciato a giocare piano con il clitoride che sembrava un cazzo in erezione. Il mio respiro accelerava, le gambe quasi cedevano. Ho messo la mano in bocca per sentire il mio sapore: sale, limone, viscido.

Poi mi sono sdraiata sul letto, ho portato con me una bottiglietta di plastica che stava sul tavolo dalla sera precedente. E’ stato un impulso irrefrenabile, me la sono infilata nella figa. Ho allungato le gambe per sentirla meglio mentre con il dito indice ho cominciato freneticamente da destra a sinistra a masturbarmi il clito.

Sentivo le contrazioni del mio corpo sulla bottiglia. Ho immaginato  di avere quel cazzo dentro la figa, nel culo, di leccarlo, succhiarlo, ingoiarlo, di infilarci la lingua, di massaggiarlo con le labbra…

Mentre pensavo e mi muovevo mi interrompevo per riascoltare una, cento, mille volte quella voce, quelle parole.

Ripensavo a quello che mi aveva promesso. Voleva picchiarmi, legarmi mani e piedi e infilare ogni genere di oggetto ovunque nel mio corpo.

Voleva stare sopra di me in piedi a gambe divaricate mentre avrebbe riempito la mia faccia prima di sperma e poi di piscio.

Mi ha detto che voleva legarmi le tette  fino a farle diventare viola.

Mi ha promesso di sfondarmi come mai nessuno aveva fatto perché lui aveva capito che è solo questo che voglio.

Ho goduto non so nemmeno io quante volte.

Poco dopo è arrivato Ludo. Ha mantenuto tutte le promesse fatte.

Ti prego Sivia, domani tornerà, aiutami.