La mia esperienza alla Romeur Academy

Creato il 23 luglio 2015 da Annalisa @MakeUp_Pleasure
Qualche settimana fa vi ho spiegato perché chi vuole diventare truccatore ha bisogno di iscriversi ad una scuola trucco e ho suggerito in che modo sceglierla. Oggi vi racconto invece la mia personale esperienza alla Romeur Academy, il percorso formativo che ho scelto per diventare truccatrice professionista.Va detto innanzitutto che mi ritengo un po’ buona a nulla: sono goffa, distratta, con la testa fra le nuvole e l’emisfero sinistro del cervello, quello si dica specializzato nelle scienze, completamente inceppato e inagibile. È un sospetto che ho avuto sin dalla tenera età ma con gli anni è diventata una certezza, ed è per questo che mi sono sempre dedicata alle sole discipline in cui mi è sembrato di riuscire bene, ovvero quelle legate alle arti visive. Ho fatto liceo artistico, mi sono laureata in storia dell’arte e ho sempre visto il make up come una forma d’arte, va da sé immaginare come con l’adolescenza me ne sia appassionata. Tuttavia non l’avevo mai considerato come un lavoro. Durante questi ultimi anni la mia passione per il trucco è cresciuta di pari passo con la delusione verso il mio percorso di studi, e dopo un periodo in cui sono stata a casa depressa a piangermi addosso ho deciso che andava data una svolta alla mia vita. Ho deciso che andava dato un senso alla mia collezione di cosmetici, alle ore passate ad aggiornarmi sulle tecniche e i prodotti, ad esercitarmi sul mio viso trascurando file di piatti sporchi e camicie da stirare, insomma ho capito che forse tutto questo mi stava indicando una strada nuova da seguire.

Lo spacchettamento del kit Romeur :D

Non nego che non è stato facile decidermi, tutt’altro. Io affrontavo il make up come un gioco, avevo paura di non riuscire a coniugare la mia passione con le esigenze del trucco professionale e ritrovarmi a fare un grande investimento economico in qualcosa per il quale non sono portata. Inoltre non mi sono mai ritenuta brava, avevo paura di ritrovarmi fra persone super talentuose e io, piccola e incapace, a vergognarmi di me stessa. Ho fatto una ricerca fra le scuole di Roma e alla fine mi è piaciuta Romeur, ma convinta di voler fare un corso da sole 120 ore  perché incerta delle mie capacità. Poi però, nel momento dell’iscrizione tutto è cambiato: Incontro in sede Antonio Ciaramella (uno dei docenti del corso da 500 ore), mi fa uno dei suoi sorrisi disarmanti e comincia a parlare di trucco, della sua filosofia, del suo approccio a questo mondo e lo fa con un’energia che mi cattura. E’ subito amore. Scatta un colpo di fulmine artistico, umano, le sue parole mi fanno sognare e decido di tuffarmi in un’avventura più grande, quella del master 500 ore, per nutrirmi della sua passione e delle sue conoscenze.

Carla Belloni e la mia bellissima classe <3

Ma l’inizio non è stato per nulla facile. Durante la prima lezione Carla Belloni, docente di beauty correttivo e beauty fantasy, con la sua espressione severa ci ha illustrato tutte le difficoltà del mestiere di truccatore, mettendo in evidenza quanto impegno e serietà ci vogliono per riuscire in questo lavoro. Sono tornata a casa così abbattuta che non sono riuscita nemmeno a cenare, mi sono messa a letto preoccupata delle mie capacità. In realtà lei non è affatto dura come sembra, è invece una persona dolce che quando vede buona volontà è disposta a dare il cuore pur di aiutare.L'approccio al beauty correttivo per me è stato complesso. Non è facile per chi viene da trucchi colorati e fantasiosi adattarsi ad un approccio minimal, calcolare intensificazioni millimetriche, sfumature impercettibili e rapportarsi alla diversità del viso di ogni persona, studiarlo in modo da correggere i piccoli difetti ed esaltarne i pregi.

Trucco sposa beauty correttivo


Durante le prime lezioni di correttivo mi annoiavo da morire, invece con il tempo è diventata una sorta di sfida e ora mi diverto moltissimo a trovare il modo giusto per armonizzare un viso e addirittura sono riuscita anche ad apprezzare l'impareggiabile l'eleganza di questo stile così vellutato, per me che ero la signora dei glitter è un grandissimo progresso :D Specifico che amo ancora i trucchi coloratissimi ed elaborati, il circo rimane in fondo una parte di me XD, ma trovo sia anche giusto un certo "ritorno all'ordine", saper individuare il momento in cui il trucco smette per un attimo di essere estro ed espressione per scendere al servizio della bellezza di una donna, valorizzandola e mettendola in primo piano.

Dalle geometrie precise e calcolate del correttivo, con Carla siamo passati a lavori decisamente più creativi e colorati. L'obiettivo era creare un trucco fantasy ispirato alla natura, abbinato ad un accessorio da creare con le proprie manine. Quando Carla ha detto "Natura" la mia mente ha viaggiato fin lì dove conservo i miei ricordi più belli: Tokyo, Parko Gyoen, delicate ninfee, carpe danzanti fra acque scintillanti, donne corvine a godersi lo spettacolo della primavera. Il copricapo è stato realizzato su una base di pluriball sul quale ho incollato ritagli di stoffa nera che simulano i capelli liscissimi delle orientali, i ritagli bianchi servono a dare tridimensionalità e a simulare giochi di luce. Ho poi attaccato ninfee fatte con la tecnica dell'origami e goccioline modellate con la colla a caldo. Sul viso ho voluto ricreare un gioco di linee e colori che ricordassero una carpa, con delle bolle d'aria che escono dalla bocca dipinte in modo un po' fumettesco. Non è riuscito perfetto come avrei voluto, purtroppo il copricapo (modellato su mio marito) era grande per la mia modella e ha coperto parte del lavoro sulla fronte, però ne sono felice perchè sono riuscita a fare qualcosa di originale che sento profondamente mio, rispecchia una parte di me e delle mie fantasticherie.

Un semplice smokey ed è subito copertina

Con Raffaele Squillace ci siamo occupati del trucco moda, e su questo non mi dilungherò molto poichè, com'è facile immaginare, fare lavori un po' più strong e colorati è nelle mie corde e mi riesce con facilità. Tuttavia anche questa disciplina ha le sue difficoltà, al contrario di quel che si crede il trucco moda non è libera creatività ma uno studio preciso e attento dei trend e del momento, fare qualcosa che esprima un mood attuale ed originale. Dalla moda al circo è un attimo, così come ci vuole poco a scadere in qualcosa di demodè.

Un esempio di trucco moda colorato realizzato con il Fluidline Royal Wink di Mac, ispirato alle tendenze optical di quest'anno.


Una coda di eyeliner per una foto dal sapore anni 60

Con la dolcissima Paola Coratti abbiamo realizzato lavori di effetti speciali. Qui per me è stata veramente dura, è fra tutte le materie quella in cui ho avuto più grandi difficoltà poichè non sono affatto portata, è solo grazie alla pazienza della mia docente se sono riuscita a realizzare qualcosa di apprezzabile.

Qui ho realizzato un pirata zombie, attaccando su viso e corpo protesi in lattice di stelle, incrostazioni marine e un teschio realizzati tramite calco da modelli in plastilina realizzati a mano da me. Ah, lui è Davide, mio marito.
Con Antonio Ciaramella ci siamo occupati del trucco teatrale e d'epoca, inoltre ci ha accompagnati nella realizzazione del final work. Durante le sue lezioni ho presto scoperto che fare lavori teatrali mi diverte un sacco, tanto da costringere mio marito a diventare la mia cavia, subendo le più umilianti trasformazioni: svariati clown, teschi, marionette, vecchie trash, e chi più ne ha più ne metta XD

Sempre lui, il mio povero marito, è stato il mio modello per lo shooting del teatrale. Dovevamo creare un personaggio teatrale caratterizzandolo, poteva essere inventato da noi o ispirato ad uno spettacolo esistente. Ho scelto il Don Quijote di Cervantes, l'ho realizzato con la tecnica dell'invecchiamento pittorico ma in chiave originale, direi espressionista: ho tracciato tante pennellate lunghe e sovrapposte, in colori accesi come l'arancione, il giallo e il verde mela, affiancandole a tratti neri che vanno a caratterizzare le linee d'espressione. Barba e baffi dipinti a contrasto, con effetto tridimensionale. Il trucco evoca il delirio e la pazzia, il cavallo di pezza e l'armatura accartocciata danno l'idea di un povero cavaliere farlocco, vittima delle sue fantasie.


Infine il mio progetto finale, che risponde al tema dark che è stato scelto per le classi di quest'anno.

Lei è la mia Ophelia, nata da un mix di ispirazioni dal sapore messicano e reminiscenze preraffaellite. Lei stringe i fiori piangendo lacrime di dolore, abbandonandosi alla morte fra le acque. La storia di questo lavoro meriterebbe un post a parte, realizzarlo ha comportato non poche difficoltà logistiche ed è solo grazie agli angeli che ho intorno a me se sono riuscita a realizzarlo. 
Che altro dire, è stato un anno di intenso studio, perchè un truccatore non realizza mai cose a gusto, a casaccio, ma solo lavorando sulla sua ispirazione e documentandosi. Alla base di tutto ci vuole un progetto e questo costante lavoro di ricerca che mi ha fatto crescere moltissimo. E alla fine ci ho preso anche gusto, ho un bel po' di face chart e appena avrò un po' di tempo inizierò a farne delle altre.

Ci sono stati periodi in cui ho creduto di non riuscire a dare abbastanza, in cui ero così impegnata da non trovare nemmeno il tempo per occuparmi di cose semplici come andare a prendere un caffè con un'amica o scrivere una recensione sul blog. Uscivo, tornavo la sera distrutta e incrociavo mio marito solo all'ora di andare a dormire, era  vivere con una persona senza vederla mai :(



Ma quando si lavora duramente le soddisfazioni arrivano, chi si impegna viene sempre premiato. Truccare in team per sfilate di AltaRoma AltaModa è stata un'emozione indimenticabile. E quando un mese dopo ho ritrovato su Vogue la foto della modella truccata da me ho pensato "ok, ora posso anche morire felice".
Ci sarebbe tanto e tanto ancora da dire, è impossibile sintetizzare in un solo post un'esperienza durata nove mesi ma così ricca e densa che mi sembra sia durata anni. Un mix di emozioni così complesso che mi è difficile comunicarlo a chi non l'ha vissuto, mi sembra di non riuscire a trovare le parole appropriate e di finire col minimizzare un evento che invece ha avuto su di me un impatto grandissimo e mi ha cambiata. Ho ancora tante insicurezze, ma d'altro canto quello delle pippe mentali è uno sport che pratico costantemente da tutta la vita, e se sono riuscita a superare certi limiti e a fare cose che mai avrei immaginato, nonostante il cammino sia ancora lungo e tortuoso, io forse posso essere ottimista e arrivare lontano.
A presto ^_^