La mia fuga più dolce (My favorite mistake #2) di Chelsea M. Cameron

Creato il 05 maggio 2015 da Anncleire @anncleire

“Senti abbiamo tutti il nostro carico di merda. Ogni singolo individuo sulla faccia della terra prima o poi ha avuto un segreto per cui avrebbe preferito farsi ammazzare piuttosto che rivelarlo. È perché siamo esseri umani, fa parte della vita. Le cose succedono e non sappiamo come affrontarle. Ma se c’è una cosa che ho imparato è che noi siamo più forti di quello che ci succede, non puoi permettere che ti condizioni. Le parti incasinate che hai dentro sono solo questo: parti.”

“La mia fuga più dolce” è il secondo libro della serie new adult “My favorite Mistake” di Chelsea M. Cameron, uscito per Harlequin Mondadori il 17 marzo. Avevo sentito parlare della serie alcuni anni fa e forse in qualche cartella sperduta ho l’ebook del primo volume in lingua originale ma non avevo mai avuto voglia seriamente di leggere questa serie. Non che in effetti avessi tutti i torti. Sono rimasta totalmente indifferente alla storia, basata su un espediente privo di fondamento e che rende tutta la vicenda piatta. Una lettura veloce, che non lascia il segno.

Jos Archer viveva in un mondo perfetto, fino alla notte in cui cambiò tutto. Ora, dopo nove mesi, ancora non è riuscita a rimettere insieme i pezzi della propria vita, e nemmeno il fatto di avere cambiato college, andando a vivere con la sorella maggiore Renee, è sufficiente a farla sentire di nuovo normale. Finché un giorno non incontra Dusty Sharp, il tipico bad boy che si è prefissato

di farla uscire dal suo guscio. Jos deve stare attenta a quel sorriso presuntuoso e a quello sguardo assassino, o si ritroverà presto a provare cose che non è più sicura di meritare. Ma se da un lato Dusty la sprona ad aprirsi e a parlare del suo passato, dall’altro anche lui nasconde dei segreti. Segreti che riguardano proprio la notte in cui a Jos è crollato il mondo addosso. La verità li unirà ancora di più o li separerà per sempre?

Credo di leggere troppi new adult per apprezzare la semplicità di certe storie. Oramai resto per lo più indifferente in vicende che non mi fanno strappare i capelli. Anzi provo una certa irritazione per le protagoniste femminili che si piangono addosso, che  si consumano in misteriosi misteri, che arrivati allo scioglimento si sciolgono come neve al sole e non sussistono. E non certo per sminuire l’impatto emotivo che certe vicende hanno sulle persone, io stessa continuo a pagare le conseguenze di una perdita avvenuta anni fa, ma di certo la coincidenza, improbabile, su cui si basa questa storia mi ha fatto un po’ storcere il naso. Ma credo che dipenda dal piattume che riecheggia nel libro, pagine e pagine in cui non succede niente, per consumarsi nelle ultime cinquanta, con un eclatante quanto sconvolgente quasi instalove, cosa che come sapete, non sopporto minimamente. Si all’attrazione che ti sconvolge i sensi, quando “a pelle” ti  ritrovi a sbavare su qualcuno, ma di certo il “ti amo” non può e non deve essere gettato in pasto all’altra persona quando a malapena siete usciti insieme. L’amore a prima vista? Una fiaba da raccontare ai bimbi, anzi neanche, perché poi si cresce credendo che sia possibile e invece non lo è minimamente.

È Jos che racconta la sua storia in prima persona, con un trasloco che la porta a vivere con altri sei ragazzi, tutti felicemente accoppiati, tutti schifosamente felici e bubbly, con quelle manifestazioni di affetto che danno il voltastomaco o causano un attacco acuto di diabete. E in un certo senso, Jos ferita nell’animo, di certo non si aspettava di finire in lovelandia, quando la sorella l’ha obbligata a trasferirsi da lei. Andare avanti e lasciarsi indietro gli avvenimenti che le hanno cambiato l’esistenza è più difficile di quello che crede. Ma “vivere l’attimo”, il motto che si ripete per uscire dal guscio di dolore che l’ha circondata fino a quel momento, diventa un imperativo categorico. E anche se controllata a vista dalla sorella che non vuole che cerchi di ferirsi ancora e ancora, in comportamenti autodistruttivi, che non servono a niente, solo a stare peggio. Il rischio è sempre quello di finire a contorcersi in sensi di colpa sempre più mostruosamente grandi. Party hard e bere sono l’ultima risorsa dei feriti  dalla vita, ma in fin dei conti sono solo dei palliativi. E Jos ha bisogno di un cambiamento radicale. Che arriva grazie alla musica, belli tutti i riferimenti a band e a canzoni che appaiono disseminati nel libro e che mi hanno dato diversi spunti di ascolto e naturalmente grazie a Dusty. Da brava ragazza, perfetta nella sua finta eleganza, Jos ora vive alla  giornata, rispecchiata in pieno da Dusty, che francamente è più un bad boy riformato, che qualunque altra cosa. O perlomeno, a mio avviso non lo è mai stato. Certo alzava un po’ troppo il gomito e di certo non si lasciava scappare l’occasione per finire sotto la gonna di qualche sprovveduta ragazza, ma di certo non ha mai lasciato intendere di essere una cattiva persona. Anzi con Jos si rivela di una dolcezza unica, non tralasciando una certa dose di passione.

Molti sono i comprimari, quasi tutti già apparsi nel primo volume, ma di certo, quella che più mi ha colpito è Hannah, con un tragico passato alle spalle, si la Cameron ci ha fatto l’abbonamento con le tragedie e i drammi, ma con uno spirito positivo e una voglia di fare mai visto.

Il Maine fa da sfondo a questo libro, con la neve, il ghiaccio, il freddo e tutto quel complesso sistema scolastico che contraddistingue i college americani, con il campus, la caffetteria, le confraternite e il giornale scolastico. Anche se lo spazio più grande  lo riveste la grande casa in cui Jos vive con la sorella e tutta la combriccola.

Il particolare da non dimenticare? Un secchio di caramelle e cioccolatini.

 

Un new adult non particolarmente di rilievo, che si perde tra drammi e tragiche confessioni, battaglie a palle di neve e baci appassionati, tra le aule di un college americano come tanti altri, ma che riesce ad essere piacevole anche se non particolarmente brillante. Da leggere come uno standalone, anche senza il primo.

Buona lettura guys!


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