

Nel 1993 ti sei piazzato al secondo posto al Festival di Sanremo con il brano Dietro la porta, ottenendo anche il Premio della Critica. Mimì partecipò alla stessa edizione in coppia con sua sorella Loredana Bertè. Vi siete incontrati? Sì, anche se durante il Festival non si ha molto tempo di stare con gli altri, ricordo che Mia è venuta a salutarmi e a farmi gli auguri prima della mia esibizione. Tutte le volte che ci siamo visti, ho ricevuto da lei sempre un grande amore, che era assolutamente ricambiato. Sono rimasto particolarmente colpito quando l'anno successivo si è arrabbiata moltissimo con la commissione selezionatrice per l'esclusione del mio pezzo Le cose che dimentico scritto a quattro mani insieme a mio padre. Dichiarò alla stampe e in Tv che era un crimine non consentire ai De Andrè di partecipare al Festival e pensare che anche lei era stata bocciata dalla stessa commissione. Io, mio padre e Dori abbiamo provato una grande emozione per questa sua reazione. Mimì era una persona autentica, vera e, proprio per questo, fragile. Il mondo è cinicamente spietato con le persone trasparenti, perché ti fanno mettere in discussione, ti fanno scendere dal piedistallo che ti sei costruito. Penso che sia stata vittima di quel suo stesso modo di essere così genuino. In seguito alla pubblicazione del tuo CD "Scaramante", in una interessante intervista hai dichiarato: "i grandi archetipi di riferimento che sono poi la politica e la religione sono crollati, si crede di più agli oggetti scaramantici che alle persone. Ci troviamo a inginocchiarci davanti a un telefonino o a un televisore, questa società ha sancito la vittoria dell'avere sull'essere". Ma siamo davvero così rovinati? Non c'è una possibilità di recupero? Non è che non c'è più speranza! Io credo che siano le istituzioni a volere andare avanti in questo modo, perché così facendo siamo più facilmente controllabili. Percepisco, invece, che la gente vuole cominciare a invertire questo nostro vivere, vuole riappropriarsi della propria storia. Frequentando le strade, i locali, i bar, mi sono accorto che c'è un movimento culturale sotterraneo e che negli ultimi mesi è venuto prepotentemente fuori per creare a chi ci sta vicino una coscienza atta a scegliere e a non farsi scegliere. Che ne pensi di una eventuale tua partecipazione ad un disco tributo per Mia Martini? Accetterei immediatamente di prendere parte, per rendere omaggio a una grande Artista nonché ad una mia sincera amica. Intervista di Ciro Castaldo Apparsa sul numero della fanzine Chez Mimì