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La mia intervista a Serena Obert, una delle autrici di “Voglio fare la wedding planner”

Creato il 22 maggio 2012 da Evelynstorm

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Intervista: Serena Obert

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La mia intervista a Serena Obert, una delle autrici di “Voglio fare la wedding planner”

Voglio fare la Wedding Planner La Corte Editore, 2012

Vi proponiamo l’intervista fatta ad una delle autrici del libro “Voglio fare la Wedding Planner”di Stefania Niccolini, Serena Obert e Stefania Poletti, nelle librerie dallo scorso 10 maggio per La Corte Editore.
Serena, cosa significa per te essere considerata una delle migliori Wedding Planner d’Italia?Indubbiamente è una grande soddisfazione. È il frutto di tanto lavoro e di un continuo studio e di una costante ricerca di miglioramento e d’innovazione. Il nostro è, infatti, un mestiere dove non bisogna mai sentirsi arrivati: è importantissimo non fermarsi mai e cercare ogni giorno d’imparare qualcosa di nuovo, da affrontare sempre con entusiasmo e curiosità.

La mia intervista a Serena Obert, una delle autrici di “Voglio fare la wedding planner”

Hai fatto anche esperienza in America. Cosa ti ha insegnato e quali ricordi indelebili ti sono rimasti? A parte aver vissuto l’undici settembre in prima persona e avere imparato dagli americani a superare ogni difficoltà, gli Stati Uniti mi hanno permesso di ampliare i miei orizzonti e oggi, pur essendo molto attenta alla tradizioni e alla cultura italiana, ho fatto mio quello che è il “Modello Wedding Statunitense” che è molto scenico, abbondante di colori e ricco di particolari, dove si trovano ad esempio elementi come le flower girls, l’arco fiorito e la “Wedding cake” (quella enorme e multipiano). Ricordo come fosse ieri il primo matrimonio a cui ho partecipato, da ospite, quando vivevo in un piccolo paese dello stato di New York. Lo sposo era un simpatico ragazzo ebreo di origine polacca e la sposa una biondissima e prorompente ragazza del Wyoming. Lì ho imparato che proprio la contaminazione di culture diverse, tipica degli States, poteva essere un valore aggiunto in quello che sarebbe poi diventato il mio lavoro e da allora sono sempre stata felice di riuscire ad unire armoniosamente l’originalità e la creatività tipiche di un evento americano, con l’inconfondibile taglio di un’eleganza tutta italiana.

La mia intervista a Serena Obert, una delle autrici di “Voglio fare la wedding planner”
Collabori attivamente con Stefania Poletti. Qual è il segreto del vostro successo? Fare la Wedding Planner significa avere la capacità di “mettere in scena” sogni e desideri personalizzando l’evento nozze in base alle aspettative e alle necessità della coppia, valorizzandolo con creatività, originalità e buon gusto. Per fare tutto questo io e Stefania Poletti abbiamo una filosofia che si può tradurre essenzialmente in otto punti:
1. FLESSIBILITA’ DI ORARI E DI SPOSTAMENTI Chi si rivolge ad una figura professionale come la nostra spesso non ha tempo e proprio per questo abbiamo orari e modalità di appuntamento estremamente flessibili; ci capita sovente infatti di vedere le coppie dopo cena o in pausa pranzo e talvolta a domicilio; sempre e ovviamente corredate dagli strumenti e dal materiale adeguato perché l’incontro sia esauriente.
2. NO ALLA STANDARDIZZAZIONE Un bravo Wedding Planner non deve mai dimenticare che ogni matrimonio è unico, cucito su misura come un prezioso abito di sartoria.
3. ATTENZIONE AL MICRODETTAGLIO Uno degli aspetti che maggiormente contraddistingue un matrimonio organizzato da un Wedding Planner è senza dubbio l’attenzione quasi maniacale alla cura del dettaglio. E sono essenzialmente i dettagli e la personalizzazione a dettare lo stile di un evento speciale come l’evento nozze e a renderlo unico e inimitabile, cucito su misura sulle necessità, esigenze ed aspettative degli sposi.
4. ATTENZIONE AL GALATEO Io e Stefania teniamo molto che le nostre coppie rispolverino l’arte delle buone maniere, ma questo non perché vogliamo che le nostre spose siano a tutti i costi estremamente chic, quanto piuttosto perché crediamo che il galateo moderno non è che un’insieme di regole e consigli, dettati dal buon senso, l’educazione e dal rispetto reciproco.
5. NO ESCLUSIVA AI FORNITORI Quando insegniamo Wedding Planning alle nostre ragazze, diciamo sempre loro che la regola numero uno per noi è quella di aggiungere ogni giorno un nuovo fornitore alla lista, poiché bisogna conoscere molto bene il proprio indotto e non limitarsi mai a lavorare solo con determinati fornitori; poiché come dicevo prima, ogni coppia è diversa e dunque bisogna essere in grado di proporre loro sempre i fornitori giusti in base alle loro attese e al loro budget.
6. IMPORRE UNO STILE / UN MOOD ALL’EVENTO IN ACCORDO CON LE RICHIESTE E IL BUDGET DELLA COPPIA La realizzazione di un evento nozze è tanto più riuscita quanto la Wedding Planner è in grado di cogliere e interpretare il sogno – che novantanove volte su cento- la sposa ha in mente. Ciò comporta totale dedizione, sensibilità, creatività, accuratezza ed una rigorosa ed articolata pianificazione, gestione e organizzazione. Il tema su cui costruire il ricevimento è un’elaborazione che si fa insieme alla coppia, stimolando le loro idee, suggerendo soluzioni, con occhio sempre attento alla ottimizzazione del budget. Da questo progetto, nasce lo stile dell’evento: i colori, il suo scenario, i suoi particolari, i suoi suoni, le sue cadenze, i suoi sapori.
7. GESTIRE CON EFFICACIA IL PROCESSO DI DELEGA In sostanza nel mio mestiere bisogna disporre di un’organizzazione tale da essere un vero e proprio “problem solver”, in grado di operare a 360 gradi, capace di gestire con efficacia il processo di delega. Alle spalle devono esserci, come dicevo prima e come non smetterò mai di ripetere, dei validi professionisti a cui rivolgersi per le rispettive competenze, esperti del settore da cui avere risposte e delegare tutta una serie d’incombenze.
8. SINCERITA’ E LAVORO DI SQUADRA Credo che il lavoro di squadra sia uno dei segreti per svolgere al meglio questa professione, non è sempre facile poiché come un puzzle ogni volta l’equipe di collaboratori cambia in base alle esigenze degli sposi; ma ciò nonostante con voglia di lavorare, impegno, professionalità e sincerità siamo sempre riusciti, ogni volta a creare team motivati, collaborativi che hanno contribuito a rendere ancora più eccezionale questo giorno.
Sempre insieme a Stefania Poletti e Stefania Niccolini hai scritto “Voglio fare la Wedding Planner”. Raccontaci qualche aneddoto della vostra comune avventura letteraria.Scrivere un libro a sei mani non è affatto un’impresa semplice, ma devo dire che io e le mie compagne di viaggio ci siamo sempre trovate in grande sintonia. È ovvio, ci sono stati anche dei momenti in cui eravamo in disaccordo, ma proprio una di queste occasioni, ad esempio, ha fatto sì che nascesse il personaggio di Martha, un simpaticissimo furetto combina guai, che mette in difficoltà le nostre protagoniste e che va proprio a sottolineare come spesso con la collaborazione, il confronto e il gioco di squadra, si possa rendere migliore il proprio lavoro. Ovviamente il nome del furetto è ispirato a Martha Stewart, un vero e proprio “guru” per noi Wedding Planner.

La mia intervista a Serena Obert, una delle autrici di “Voglio fare la wedding planner”

A parole tue cosa puoi dirci del romanzo al di là della trama?È un romanzo che vuole rompere il classico cliché che i media danno di questo mestiere. Spesso si è vittime del pregiudizio che descrive il ruolo della Wedding Planner come un accessorio superfluo e costoso e che riduce il nostro compito ad un allestimento floreale e all’accompagnare la sposa in atelier. In realtà Wedding Planner significa organizzatrice di matrimoni, che deve vedersela con burocrazia, organizzazioni pratiche, budget, timing serrati, per rendere realmente impeccabile il giorno tanto sognato dagli sposi.

La mia intervista a Serena Obert, una delle autrici di “Voglio fare la wedding planner”

“Voglio fare la Wedding Planner” è stato presentato alla Fiera del Libro di Torino e finalmente è uscito in libreria. Che sensazioni ti suscita tutto ciò? Devo ammettere che vedere il proprio libro sugli scaffali delle più importanti librerie, presentarlo in occasione di una manifestazione come il Salone del Libro di Torino è davvero una grande emozione. Questo libro racconta davvero molto di una Wedding Planner, del mestiere che io svolgo e della quotidianità di chi giorno dopo giorno vive in questo mondo alla pizzi, confetti e bouquet.
Pensi di scrivere ancora con le tue colleghe? Me lo auguro. Ci sono già tante idee in cantiere, per dei possibili seguiti e non vediamo l’ora di metterle su carta. Quest’inverno, invece, uscirà un vero e proprio manuale con tutti i consigli per chi vuole davvero fare questo mestiere.
Tu, Stefania P. e Stefania N. avete qualche altro sogno nel cassetto?Se dobbiamo sognare in grande, sarebbe fantastico se da questo romanzo si riuscisse a trarre una sceneggiatura per un film, visto che l’abbiamo scritto anche pensando a questa possibilità.

La mia intervista a Serena Obert, una delle autrici di “Voglio fare la wedding planner”

Un consiglio per chi volesse fare la Wedding Planner. Con certezza Wedding Planner non ci si può improvvisare è dunque fondamentale seguire un corso di Wedding ben strutturato e approfondire per conto proprio tutti quelli che sono gli aspetti che riguardano questa professione (dal galateo, alla cultura approfondita di tutte quelle che sono le forniture del mestiere.. ). Come dico sempre io, non bisogna essere tuttologi per far questo lavoro ma è comunque indispensabile avere determinate basi per saper valutare se un fornitore è competente o meno, riconoscerne le peculiarità e per gestire al meglio il giorno dell’evento.
Un ultimo consiglio per chi invece volesse cimentarsi nella stesura di un libro. Così come una Wedding Planner deve sempre pensare agli sposi, chi vuole scrivere deve sempre pensare al lettore. È lui che dobbiamo divertire, emozionare, arricchire, appassionare. Uno scrittore non deve mai dimenticarlo.



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