La mia 'ndrangheta (Rosy Canale, Emanuela Zuccalà) - Venerdì del libro

Creato il 02 agosto 2013 da Stefania
Non avrei mai pensato di leggere un libro di questo tipo. Leggere di attualità e di tematiche così delicate non mi ha mai attirato più di tanto. Non perchè non sia interessata a quel che capita attorno a me ma, fondamentalmente, perchè preferisco romanzi evasivi, che so non essere storie vere ma del tutto fantasiose.Il libro "La mia 'ndrangheta" è arrivato tra le mie mani perchè suggeritomi da mia madre che, invece, legge solo ed esclusivamente argomenti di questo tipo. Lei aveva sentito la protagonista del libro in una intervista in tv: ha sentito Rosy Canale raccontare la sua esperienza e presentare, infine il libro. Un libro che non è stato facile pubblicare perchè, come racconta in appendice Emanuela Zuccalà (la giornalista che ha affiancato Rosy Canale nella stesura del libri) sono arrivata anche delle minacce in vista della pubblicazione.
In 420 pagine Rosy Canale racconta la sua storia e, di riflesso, quella di una terra marchiata da una dura realtà ma anche la storia di donne che lanciano un messaggio di speranza per il futuro. Un futuro nuovo da consegnare alle nuove generazioni con prospettive di speranza e non con quella rassegnazione che un cognome piuttosto che un altro appiccica addosso ad ogni bambino e ad ogni bambina che nasce a San Luca.
Rosy è fondatrice e presidente del Movimento Donne di San Luca e della Locride, un'associazione no profit che promuove progetti sociali in una zona ad atla concentrazione mafiosa. Così viene presentata nel libro. E' una donna che ha sbattutto il muso con una dura realtà. Una realtà che non l'ha piegata. Tutt'altro. Una realtà che le ha dato la forza di rendersi utile affinchè le cose potessero cambiare.
Il libro è scritto in prima persona con la Canale che racconta di se e di quella terra, delle donne di quella terra alternando i fatti personali con fatti di attualità che rimandano ad eventi di cronaca che sono rimbalzati su tutti i giornali e sulle televisioni nazionali ed internazionali.
Ciò che mi ha maggiormente spiazzata, ed anche un po' confusa, è l'avvicendarsi di una serie di cognomi e nomi che si ripetono, di famiglie tra loro collegate, di morti ammazzati appartenenti all'una o all'altra famiglia... ci ho messo un po' ad orientarmi soprattutto nella narrazione di fatti di cronaca che, a dire il vero, quando passarono in tv guardai in modo distaccato, come una persona che si trova lontana e si sente estranea a quanto accade.
Al libro va il merito non solo di aver fatto emergere quanto di positivo possa esserci in una terra abitualmente etichettata in un certo modo, ma anche di aver fatto nascere in me la curiosità e la voglia di saperne di più. Sono andata alla ricerca di volti, di storie, di notizie che mi hanno aiutata a meglio capire quella realtà, quello che è stata, che è e che ci si augura possa essere grazie anche all'impegno di persone come Rosy Canale e delle "sue donne". Non scendo nel merito del racconto, sarebbe solo un accenno parziale e sicuramente insufficiente a rendere bene l'idea del libro. Riporto solo un passaggio tratto dalle note conclusive, per rendere l'idea."Questo libro non contiene rivelazioni eclatanti o segreti taciuti: l'unica verità in queste pagine è l'essenza delle sue protagoniste. I fatti di cronaca, spesso atroci, sono serviti per contestualizzare la narrazione che si sviluppa in maniera parallela. Ma questo, nonostante tutto, non è banalmente un libro di 'ndrangheta. Chi lo considera tale alimenta le tenebre, negando la possibiltà di vedere altro in San Luca, in Calabria, nel mondo. E' invece un racconto di speranza che vorrebbe premiare la volontà e la fede di chi ha fatto parte di quest'esperienza unica e straordinaria: il Movimento delle donne di San Luca". 
E' questo il mio contributo per il Venerdì del libro di oggi e con questa lettura partecipo anche alla gara di lettura Io leggo italiano.

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