Sfortunatamente il libro non mi è piaciuto, continuate a leggere e saprete il motivo.
Titolo: Inferno. Canti delle terre divise
Autore: Gungui Francesco
Prezzo: € 14,90
Dati: 2013, 430 pagine
Editore: Fabbri (collana Crossing)
La vicenda è assolutamente originale. L’ambientazione distopica si sviluppa su tre livelli sociali : Europa, Paradiso e Inferno.
L’Oligarchia, la forza governativa dittatoriale al potere, ha creato queste sezioni per mantenere l’ordine e stabilire il potere sulla popolazione.
Ad Europa, nella povertà e nel degrado, vivono i cittadini comuni. Ribellarsi al sistema per migliorare la propria condizioni significa soltanto essere spediti all’ Inferno.
Grazie alla scienza e all’ingegneria genetica è stato possibile ricreare ogni mostro e ogni pena riportata nel libro antico.
Nel Paradiso invece, vivono soltanto i membri facoltosi dell’alta società con le proprie famiglie. Inutile spiegarvi che è un luogo bellissimo, pacifico e incontaminato che lascia al di fuori gli orrori e le sofferenze patite dagli altri in Europa e Inferno.
In questo scenario ha inizio la storia di Alec e Maj. Lui viene da una vita squallida in Europa da cui se ne è andato (soltanto momentaneamente) per lavorare come giardiniere in Paradiso.
Maj è la figlia di un Oligarca, non sa cosa sia la sofferenza, il dolore e la paura, ma quando per la prima volta vede Alec lavorare nel suo giardino si pone mille domande sulla realtà al di fuori dal Paradiso.
Il suo desiderio di evadere dalla prigione dorata in cui vive cresce parallelamente al sentimento che prova per Alec.
Insieme decidono di scappare, ma al momento fatidico qualcosa va storto e Maj viene sbattuta all’Inferno.
Come vi anticipavo trovo la trama e la costruzione narrativa estremamente originale. L’idea dell’Inferno e della sua riproduzione mi ha intrigato particolarmente tanto da spingermi a leggere un distopico ( chi mi conosce sa che non è il mio genere preferito)
Purtroppo però, come dice il detto, non è tutto ora quello che luccica.
Di questo romanzo di cui ho apprezzato lo stile scorrevole , l’originalità e l’ambientazione non ho amato i personaggi che, ahimè, sono alla base di un buon libro.
La personalità e il carattere non mi hanno colpito e non mi hanno permesso di creare un legame con loro.
La stessa cosa è successa per la love story, assolutamente prevedibile. Il loro approccio, la nascita del sentimento mi è sembrato troppo finto e irreale.
E poi, detto fra noi, chi si tufferebbe nella prigione più temuta del mondo, abbandonando la propria famiglia, per salvare una ragazza conosciuta qualche giorno prima?
Il finale poi, mi ha proprio delusa. Sembra quasi che l’autore abbia infilato un insensato colpo di scena per dare un tocco in più al prevedibilissimo destino di Alec e Maj senza alcun successo.
Che dire di questo romanzo? Bella l’idea, ottimo lo stile, ma i personaggi e le loro azioni non mi hanno proprio coinvolto.
VALUTAZIONE FINALE: 2 FATINE E MEZZO!
Buona lettura!
Anita