La mia Playlist #1 per Rock Targato Italia

Creato il 19 giugno 2025 da Manuelgaruffi

Un viaggio personale tra memoria, musica e visione

Questa playlist n.1 nasce con un duplice intento:

  1. Offrire uno sguardo a volo d’uccello sul panorama musicale italiano per Rock Targato Italia
  2. Farlo con una visione soggettiva, partigiana nel senso dell’essere di parte — ma senza fanatismi —, con toni a volte nostalgici e altrove fedeli al presente

È chiaro che questa selezione rispecchi le mie emozioni, i miei ricordi, le mie passioni. Sono legato in particolare agli anni ’80 e ’90, ma non per questo disdegno la contemporaneità. Il fil rouge che unisce i brani è stratificato: le tendenze sono diverse, ma evitano volutamente quei generi che oggi vanno di moda e che, come molte hit estive, svaniranno presto lasciando spazio a qualcos’altro.

Le mie sigle indimenticabili

Nella playlist ho voluto inserire la famosa sigla di Mixer, che in realtà era Jazz Carnival degli Azimuth, qui reinterpretata dai Calibro 35. E poi la sigla serale del format Lunedì Cinema della Rai, firmata da Lucio Dalla, ma che ho scelto nella versione cover degli Stadio.

Amori di nicchia

Ci sono anche gli Scisma, che ho sempre apprezzato: stimati da pubblico e critica di nicchia, ma mai abbastanza valorizzati dal mainstream. Il che, a ben vedere, è sia un bene che un limite.

I miei immancabili

  • Litfiba, con quello che — secondo il mio insindacabile e soggettivissimo gusto — è uno dei loro brani più belli
  • I Delta V dei tempi d’oro (che per me sono ancora tali)
  • Il compianto Roberto Ciotti, chitarrista autentico, che avrebbe potuto dire e dare ancora molto alla musica italiana

Musica che è parte di me

Il Garibaldi innamorato di Sergio Caputo è una di quelle canzoni che risuona nelle mie orecchie da quando, bambino, mi capitò di ascoltarla per puro caso. È anche il riflesso della mia fascinazione per un sottogenere spesso bistrattato dai puristi dello smooth jazz.

I Ladri di Biciclette rappresentano invece un’estate precisa, un ricordo preciso. Sono la mia “madeleine” di Proust: quel suono, quell’odore musicale che ti riporta indietro, a qualcosa di profondo e indelebile.

Un presente vivo

Chiudo con Umberto Maria Giardini, che dagli anni ’90 e Duemila ci accompagna ancora oggi con il suo splendido album “Sorelle gemelle lasciate in castigo” — un lavoro che considero tra i più affascinanti del panorama odierno.


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