Ieri da turista :)
Amo l’Estate.
Londra l’ho “scoperta” fisicamente la prima volta a Luglio del 2007, ma con la mente c’ero giá stata parecchie volte negli anni precedenti. Lei é stata la meta sulla via della folgorazione
Sono partita e tornata con l’idea che dovevo andare a vivere lí. Dovevo. Assolutamente. Ho passato anni a chiedermi come, a fermarmi e incentivarmi. Poi un giorno sono esplosa, ho chiuso due valige, trascinandomele dietro finché non le ho fisicamente e mentalmente alleggerite, e sono partita all’alba di una mattina di quasi inizio estate, tuffandomi fra le braccia di quella cittá. Ero ansiosa. Vada come vada.
L’estate londinese del 2007 é stata tutta una scoperta, una smorfia di stupore dietro l’altra, un epopea di divertimento. L’estate del 2010 é stata invece il mio vero banco di prova, sola, non conoscevo nessuno, alla ricerca di casa e lavoro ho passato momenti alterni di euforia a malinconia condito il tutto con ansia e confusione.
La mia prima estate da turista é stata con me che spianavo le vie dello shopping londinese, alla ricerca e acquisto compulsivo di tutto ció che mi piaceva. La mia prima estate da espatriata é stata con me che spianavo le vie dello shopping londinese, con una cartella di CV in mano perché ero alla ricerca di un lavoro.
Due estati differenti, entrambe mi hanno segnato a vita. Chi in un modo, chi un altro. Entrambe mi hanno fatto capire cosa volevo, cosa non andava, cosa dovevo abbandonare e cosa dovevo abbracciare, cosa dovevo tenere con me e cosa lasciar andare.
Incredibile come un luogo ti possa cosí entrare nella testa e nel cuore, rivoluzionandoti. Io non avevo MAI desiderato di espatriare. Io non avevo MAI pensato di lasciare l’Italia. Io non avevo MAI considerato me stessa come una che poteva fare di piú, che poteva ottenere di meglio, che poteva farcela da sola, una che era cosí … indipendente.
Oggi da espatriata :)
Ci ho messo messo del tempo, ho perso la testa, sono caduta, mi sono sbucciata, ho riso, ho pianto anche sull’bus una sera di Dicembre al ritorno dal lavoro, ho passato estati a camminare in una cittá che non si ferma mai, estati a volare in Italia e concedermi giusto due tuffi a Ladispoli, estati a sentirmi dire ma chi te lo fa fare, lascia stare … e sapete una cosa?
Lo rifarei. Nonostante la prima estate da Londinese, da espatriata londinese mi maledicevo, andavo ripetendo “chi me lo ha fatto fare!” che il lavoro non usciva, Londra non era piú vista con gli occhiali rosa della turista, che mi mancavano gli affetti e mi sentivo sola, e sembrava tutto tragico e dipinto di nero, perché quando stai giú sembra che il cielo é tutto un cupo e nuvole, e ti dimentichi che dietro le nuvole comunque c’é sempre il sole.
E poi arriva un’altra estate, e ancora un’altra ed é come andare in bicicletta, sulle prime sono tonfi, sbandate e ginocchia e mani sbucciate, poi vai spedito, sempre piú spedito finché un giorno arrivi a gridare “guarda guido la bici senza mani!”