La mia storia a sostegno di #2eurox10leggi

Da Cuordicarciofo
La mia storia non ha niente di diverso da quella di tante altre donne. Forse basteranno poche righe e già avrete capito di cosa sto parlando. Non è neanche delle più disperate, ma vi garantisco che porta con sé una notevole dose di rabbia e frustrazione.
Prima di rimanere incinta lavoravo molto, mi piaceva quello che facevo e gli dedicavo tutta me stessa. Ero una "creativa" a cui non dovevano interessare orari fissi, ma solo "creare" (hahaha ahah ah),  mandare via i progetti finiti, senza errori e nel minor tempo possibile.
Non è che non fossi consapevole della pochezza di quel mondo che si alimentava solo di sé stesso, completamente staccato dalla realtà, ma allora non avevo altre priorità.
Anzi forse la mia ricerca di un figlio era così frustrante che mi buttai ancora più a capofitto in quel che mi riusciva meglio.
Poi finalmente questo figlio arrivò.
In quel momento iniziarono i primi problemi, anche se visti in prospettiva, erano ancora di scarsa entità. Mi consigliarono di aspettare il rinnovo del contratto prima di dare la notizia a tutti i soci. Fortunatamente il rinnovo arrivò puntuale e io comunicai la "lieta novella".
Ve la faccio breve, tanto chi passa di qua sa più o meno tutto.
Riesco ad andare in maternità, raschio tutto quello che un Co Co Pro può raschiare per tornare al lavoro il più tardi possibile. In tutto sei mesi tra maternità obbligatoria e facoltativa. Il mio compagno essendo dipendente avrebbe sei mesi di facoltativa, ma ci dicono al sindacato che avendo consumato tutta la mia, lui non ha più diritto agli altri tre mesi in più. Quindi ci buttiamo alla ricerca di un nido.
A sei mesi non è simpatico lasciare un figlio. Vi giuro, per niente simpatico. 
Niente nonni a disposizione e il lavoro da mantenere, per fortuna troviamo un nido famiglia: la nostra salvezza! Solo 3 bambini in una casa privata.
Il mio ritorno al lavoro è stato traumatico, ma sostanzialmente sopportabile. Alcuni progetti passati ad altri colleghi, orari difficili da far combaciare, lavori che richiedevano più tempo di quello che una madre con neonato poteva dedicare.
Però ce l'ho fatta. Questo è il punto.
Sono riuscita ad organizzarmi, a portare a termine tutti i miei compiti, a vincere anche qualche gara importante.
Ora la mia azienda è, diciamo, "in ristrutturazione", e io non sono considerata compatibile con tale processo. Sono una donna "con problemi", cioè con figlio. Se ne va l'unica persona per cui non è mai stato invece un problema, una delle poche persone che a livello lavorativo posso dire di stimare veramente. E io rimango senza rete di protezione.
Nonostante in questi quasi due anni sia riuscita a barcamenarmi abbastanza brillantemente (senza falsa modestia eh, ho proprio fatto fatica, ma i risultati sono lì e sono veri) la mia disponibilità è troppo poca.
Antepongo i miei problemi personali ai quelli dell'azienda. C'è la fila dietro alla porta di gente più giovane e più disponibile di me e che chiede anche uno stipendio inferiore.
Finché lo sfruttamento del lavoratore sarà considerato un miglior investimento che il raggiungimento degli obiettivi non si otterranno passi avanti e non si potrà parlare di società civile.


Ecco ora io sono arrabbiata e soprattutto stanca di questo tipo di trattamenti. Sono stanca che lo stato in cui vivo li permetta senza batter ciglio, anzi quasi li sostenga in nome di una finta maggior produttività.
Che posso fare? Non certo darmi fuoco per protesta, ma dare un po' di soldi e farmi portavoce di questa battaglia mi fa sentire meno inutile. Voglio delle leggi che mi tutelino, che mi permettano di essere madre e di svolgere la mia professione. Perché è mio diritto.
Il walfare di un paese non può essere delegato ai nonni, mi sembra chiaro. Chi non ha una famiglia alle spalle come me deve poter affrontare serenamente tutto ciò che comporta l'allevare un figlio, ANCHE LE CONTINUE MALATTIE, e non doversi considerare una figura professionale inutile.
Scusate se mi sono accalorata, ma ho letto commenti a questa iniziativa che mi hanno lasciata basita. C'è un forte bisogno di riorganizzazione e con che mezzo se non con la pubblicità possiamo assicurarci un concreto spazio di parola e visibilità?
Ecco perchè sostengo questo progetto. Io ho già acquistato più quote.

Qui vi lascio la descrizione dettagliata dell'iniziativa e come partecipare.
Tutto nasce con una proposta provocatoria nata su Twitter, in risposta alle pagine che facoltosi imprenditori hanno potuto affittare per esprimere il loro dissenso. Nella proposta twitter si invitavano le #donne a comprare una pagina del Corriere per scrivere le 10 leggi inderogabili che le #donne chiedono alla politica. La politica italiana e’ troppo occupata in altri interessi per potersi accorgere di quanto siano necessarie leggi e riforme che permettano alle donne una vera parita’ di diritti e che garantiscano una tutela del lavoro e della famiglia. Queste leggi le propongono le donne ed il progetto prevede che vengano pubblicate in un quotidiano ad ampia diffusione nazionale.
Quanto costa una pagina del Corriere? Costa esattamente due euro a testa se si arriva a 50mila adesioni.
Come partecipare?
- Col finanziamento: si possono prenotare una o più quote (costo singola quota 2 euro) in questo link: 
http://www.produzionidalbasso.com/
Ci si impegna ad onorare con un versamento la quota nel momento in cui sarà raggiunta la cifra necessaria. A questo punto il sistema PdB invierà una email in automatico per avvertire tutti i sostenitori del progetto. (in nessun caso è richiesto di anticipare il costo della quota a progetto ancora aperto, quando cioè il budget non è stato ancora raggiunto).
Il versamento richiesto al raggiungimento delle quote andrà fatto con carta di credito attraverso il sistema PayPal. Saranno ogni momento visibili le quote prenotate.
- con commenti e suggerimenti sulle singole proposte di legge che si possono visualizzare in questo link: 
http://2eurox10leggi.blogspot.com/p/le-10-leggi.html
per qualunque informazione inoltre e’ presente la pagina facebook:
https://www.facebook.com/2eurox10leggi, vi aspettiamo numerosi!

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