La miaomorfosi di Franz Kafka e Coleridge Cook

Creato il 03 maggio 2012 da Nasreen @SognandoLeggend

Franz Kafka (Praga, 3 luglio 1883 – Kierling, 3 giugno 1924) è stato uno scrittore e aforista boemo di lingua tedesca, una delle maggiori figure della letteratura del XX secolo. Autore di opere come La metamorfosi, Il castello, e America.

Coleridge Cook

E’ lo pseudonimo dietro cui si cela uno scrittore vincitore di numerosi premi letterari

Titolo: La miaomorfosi
Autore:Franz Kafka & Coleridge Cook
Serie: //
Edito da: Tre60
Prezzo: 9,90 €
Genere: Romanzo, Narrativa
Pagine: 192 p.
Voto:

Trama: Ogni mattina, Gregor Samsa si alza alle quattro in punto, si veste in tutta fretta nel buio della sua stanzetta, consuma una colazione frugale e si precipita in stazione per prendere il treno delle cinque. Che ci sia il sole o la nebbia, che piova o nevichi, infatti, l’umile commesso viaggiatore non può permettersi un minuto di ritardo né di perdere un cliente, pena il licenziamento. Un giorno, però, la solita routine viene spezzata da un evento a dir poco curioso. Sono quasi le sette e Gregor si rotola ancora pigramente tra le coperte, più calde e confortevoli che mai. Poi, emergendo dal torpore di un sonno funestato da strani incubi, si rende conto di essere «cambiato»: ha quattro zampe bianche e pelose, artigli ingovernabili, una coda lunga e ribelle, guance coperte di pelo e vibrisse frementi… Insomma, è diventato un tenero micetto. Cos’è successo? Come spiegare quella trasformazione alla famiglia e al suo datore di lavoro? Come fare anche solo ad uscire dalla camera da letto?

Recensione
di Livin Derevel

Un classico rivisitato in chiave decisamente originale, quello dell’immortale Franz Kafka, in cui Coleridge Cook (pseudonimo che cela un grande scrittore fantasy) ci ripresenta La metamorfosi con toni differenti, un ammirevole mix dello stile boemo con questa rivisitazione decisamente gattesca, che però non manca di lasciar trasparire tra le righe i canoni di quell’epoca né dell’opera originale, ostentando allegorie in maniera anche piuttosto affilata.

Gregor Samsa è un commesso viaggiatore costretto a lunghi soggiorni in altre città come rappresentante di stoffe, il tutto per pagare i debiti della sua famiglia: essendo l’unico nelle mura domestiche a lavorare, è suo dovere far sì che padre, madre e sorella non vivano di stenti, i soldi guadagnati sono per mangiare e sopravvivere, il suo desiderio è quello di mandare la sorella Grete al conservatorio. Sennonché una strana mattina si ritrova con zampe paffutelle e una coda vaporosa, trasformato in un micio.

Inizia così una bizzarra avventura dai toni sottomessi che lo vede protagonista di uno stravagante processo felino in cui incontra tanti altri esseri umani svegliatisi con un paio di orecchie a punta, una surreale riflessione interiore che lo porta a pensare a se stesso, ai suoi genitori e alla sorella, alla sua condizione, al fatto che mai si era sentito a proprio agio con l’anima nel suo corpo di uomo.

La miaomorfosi è un romanzo molto particolare, scritto con maestria e attenzione ai dettagli stilistici, elaborato e interessante, anche se si tratta di un’opera soggettiva: piace o non piace.

Per chi ha gustato appieno La metamorfosi del 1915, questo libro non farà altro che rappresentare un piccolo gioiello, un vezzo da esporre sullo scaffale come un tributo, o un’appendice benaccetta.

Chi invece, come la sottoscritta, non ha molto in simpatia la società patriarcale e pregna di spirito di sacrificio morale di quei tempi, troverà certe elucubrazioni piuttosto irritanti, oppressive, un finale che farebbe esclamare qualche pessima parola ad un contemporaneo per nulla avvezzo a lasciarsi calpestare dagli eventi né tantomeno dagli esseri umani. Soprattutto se si tratta di un gatto.


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