Sono ormai dieci anni che nella piccola, graziosa, cittadina di Chiari (BS) si è consolidata una bellissima usanza, che si ripete cadenzata nel tempo, all’incirca a metà di novembre: si tratta della fiera della Microeditoria. La rassegna riscuote sempre un certo successo, come dimostra il suo reiterarsi nel tempo ed il fatto che attira un numero crescente di scrittori ed editori.
Il festival si svolge da sempre nello straordinario scenario – complice indiscusso della sua fortuna – la Villa Mazzotti, una villa comunale con un grande parco intorno, risalente agli inizi del XX secolo e utilizzata dalla cittadinanza per festival e rassegne di vario genere.
Come tutti gli edifici storici, la Villa ha vissuto tempi migliori e naturalmente presenta una serie di difficoltà e problematiche (di natura strutturale e relativa alle multiformi regole di sicurezza ambientale) che annualmente si ripresentano e venivano solitamente risolte parzialmente durante gli eventi, raggiungendo un patto con il comune e ottenendo permessi e autorizzazioni per realizzare il Festival, ma anche altri eventi al suo interno.
Qualche settimana fa però un nuovo aut aut dal comune sui rischi che la Villa presenterebbe, in termini di sanzioni civili e penali, e sui costi aggiuntivi onerossissimi che comporterebbe il ristrutturarla, incombe sul gruppo organizzativo di questo festival culturale, tale da richiamare soci e simpatizzanti a diverse assemblee decisionali e anche da mettere in dubbio per una quantità di tempo ancora non definibile l’utilizzo della Villa stessa per la Microeditoria (così come per altri eventi).
Per capire cosa sta succedendo, ho fatto due chiacchiere con il suo direttore artistico, Daniela Mena.
Facciamo un passo indietro e iniziamo con un’importante premessa: come mai la Microeditoria si è trovata a vivere nella Villa clarense?
La Microeditoria nasce da un’idea di Angelo Mena, ma riesce a trovare concretezza solo nel 2003 quando l’associazione L’Impronta con Sandro Gozzini accoglie la sfida. Dato che entrambi sono originari di Chiari, è naturale pensare di collocarla nella Villa Mazzotti, che proprio quell’anno è stata definitivamente ristrutturata e quindi completamente aperta al pubblico.
Per 11 anni ci siamo trovati bene, nonostante la crescita della manifestazione ha man mano evidenziato dei limiti strutturali, ed in particolare l’assenza di una sala conferenze sufficientemente capiente si è dimostrato un problema enorme perché consente solo a pochi di fruire degli incontri con gli autori più noti.
In quale situazione imperversa la Villa quet’anno e cosa c’è di nuovo rispetto al passato?
La situazione nuova ha radici nell’edizione 2013, in cui un’ispezione dei VVFF ha evidenziato una serie di carenze in termini di sicurezza. Nel 2014 si è provveduto (Amministrazione + Associazione L’Impronta) a porvi rimedio, ma il risultato raggiunto va completato, fra le altre cose mettendo a norma il seminterrato della villa va ristrutturato, in modo da consentire appunto la presenza di una sala capiente e dedicata per gli eventi.
A quali strategie state pensando?
Abbiamo già preparato tutto per partecipare ad un importante bando Cariplo che risolverebbe numero si problemi. Attendiamo che il Comune completi coi suoi dati la parte che gli compete. Stiamo pensando grazie ai nostri validissimi e appassionati volontari ad una campagna di crowfounding. Pensiamo anche di contattare il Fai e cerchiamo ancora qualsiasi idea possa aiutare il Comune e fare di Villa Mazzotti un contenitore di eventi attrezzato e sicuro.
Avete pensato a delle alternative valide per l’anno prossimo, in caso in cui la Villa risultasse ancora non agibile nel 2015?
C’è già una proposta di spostare la rassegna nella sede dell’ex Tribunale di Brescia, il Palazzo Martinengo Colleoni, ma, a parte il fatto che anche qui ci sono da valutare tantissimi elementi, non ultimo il dover cambiare tutto il meccanismo organizzativo, questo significherebbe anche snaturare un po’ la Microeditoria, che a Chiari è nata e sviluppata. L’idea di andarcene dalla Villa ci procura una certa amarezza, ma in queste settimane ci stiamo chiedendo se sia il caso di rischiare del nostro (finanziariamente e penalmente, nonostante tutte le assicurazioni attivate) per una struttura stupenda, a cui vogliamo molto bene, ma che in questo momento non “è a posto” per la normativa italiana. Siamo molto incerti sul futuro, ma teniamo duro, anche perché siamo mossi da nient’altro che il senso di responsabilità verso gli espositori e verso un evento che ci pare possa dare qualcosa alla cultura e al pubblico che vi partecipa.
Al momento, quindi, mala tempora currunt. Il 19 Maggio una nuova assemblea di soci e volontari si riunirà, per parlare delle sorti dela Villa ma soprattutto cercare una via percorribile per l’edizione 2015. Che, in questo clima di incertezza, sembra essere l’unica cosa sicura: ci sarà, sicuramente.