La migliore offerta è la storia di una truffa colossale.
C’è un pollo molto molto molto ricco che va spennato, ed una regia perfetta studiata nei minimi particolari riesce a sbancarlo.
Con il sistema più infallibile e banale del mondo.
Catturando i sentimenti.
Quelli profondi, lancinanti, assoluti, che ti sconvolgono e che ti rapiscono la mente il cuore i sensi…
Ed il gioco è fatto; la buona riuscita del furto è assicurata.
Ma lo spettatore non lo immagina, forse lo sospetta, qualcosa mette nel poco chiaro, tuttavia fino alla fine rimane indotto a credere nella veridicità dei fatti.
Tornatore torna a stupirci e ad affascinarci: vuoi per la bellezza delle immagini, vuoi perché tutto il racconto si snoda tra incantevoli e inestimabili opere d’arte, vuoi perché veniamo calati in un mondo prestigioso al quale noi tutti vorremmo potere appartenere almeno per un giorno, vuoi perché effettivamente la trama è inedita, mai vista e sentita, nemmeno vagamente ipotizzabile, tanto sconcertante da sembrare incredibile (ma in verità assolutamente possibile).
I romantici alla fine potrebbero rimanere un poco delusi, per via del fatto che di autentico in questo film ci stanno solo i falsi, ma a pensarci bene anche in questa gigantesca menzogna il sentimento vince, il sentimento costituisce l’anello portante, l’ingrediente che permette tutto e che tutto rimette in discussione, sempre e comunque.
L’unica cosa che ci farebbe tornare a guardare questo film.
L’imperdurbabile uomo d’affari d’arte, dopo avere truffato per tutta la vita il prossimo, vendicandosi egregiamente di una cattiva sorte, rimane anch’esso vittima dello stesso delitto. Ma di questa lezione ne sa fare una virtù.
Ne valeva la pena. E non se ne pente. Tornando indietro lo rifarebbe.
Una bella giovane e misteriosa donna servita sopra un piatto di cristallo, tra tante ferraglie vecchie e misteriosi meccanismi automatici, ne vale sempre la pena, soprattutto se ci si trova in quella fascia d’età per cui si sa di non potere più avere molte altre occasioni, soprattutto se questa donna è legata a quella idea di bellezza alla quale si è sacrificato tutto, ogni svago, ogni debolezza, ogni cedimento…
Soprattutto se per questa improvvisa e non calcolata tentazione si sta mettendo tutto in discussione, irrimediabilmente.
La migliore offerta rimane la migliore offerta.
E lui gioca come sempre, rischiando tutto, come è interessante che si faccia.
Il vero e unico protagonista della trama è proprio lui, non è la donna; di lui ci interessa il passato, il presente ed il futuro, della donna ci stupisce come il suo infantilismo e la sua arroganza giovanile non scoraggi l’amante innamorato tenuto fuori dalla porta.
La ragazza, nonostante la sua bellezza e tutto il resto, rimane fino alla fine sullo sfondo; vuoi perché ci viene presentata come una donna malata, sofferente e dunque in un certo senso che con la vita ha sempre perso; vuoi perché quando ne scopriamo la verità, ci appare tutto sommato nella sua piccolezza e nella sua mediocrità, per quanto vincente.
Bella forza, avere sconfitto un vecchio, facilmente feribile nell’unico suo punto debole.
E che vecchio.
Davanti alla sorpresa finale non batte ciglio, non una lacrima, non una imprecazione, non una parola. Nemmeno un infarto, come invece avrebbe colpito una persona vagamente normale. Solo silenzio, solo uno sguardo allucinato che sembra perdere momentaneamente il senno. Ma non è follia, la sua.
E’ il bisogno di recuperare il fiato. E’ solo il bisogno di incassare il colpo, e di voltare pagina.
Questo matusa truffato e derubato della sua vita consumata dietro all’arte più bella, si riprende e non si lascia mettere da parte.
L’amore conosciuto e donato l’ha cambiato per sempre, l’ha tenuto vivo e legato alla vita più che mai. Alle segrete stanze dove non arrivava la luce del sole, sostituisce il mondo, le persone, le strade, i rumori della quotidianità, i racconti delle persone amate fatti propri, le cose semplici della vita, fosse anche lo stare nel dolce far niente del tempo sospeso.
Intanto lui se lo può comunque permettere, se l’è guadagnato il suo tempo ora finalmente libero e prima solo rubato.
Non lasciamoci ingannare dal suo sguardo che non ci concede nessuna emozione. Forse tardi ha scoperto quello che c’era da scoprire, me meglio tardi che mai. Forse qualche segno del tempo di troppo si coglie dalle sue rughe, ma quest’uomo maturato e stagionato, è più giovane di un ragazzo, ha dimostrato d’avere più spirito dei suoi giovanissimi compagni di ventura.
Con qualche certezza di meno, ma molto coraggio di più, decide di continuare ad andare incontro alla luce del domani, dell’oggi, dell’attimo fuggente, liberatosi dalle sue ossessioni che lo tenevano aldiquà di ogni possibile ponte; mentre degli altri non si trapela nessuna vitalità, nessun ulteriore notizia degna di nota.
Su di lui si apre la prima immagine; su di lui si spegne l’ultima; e c’è da credere che questo giovane vecchio, se solo tornasse a parlare di sè, ne avrebbe ancora di sorprese da riservarci, ben oltre uno spettacolare scantinato dove dormivano i sogni.
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