L’incontro di due solitudini e due pazzie diverse possono funzionare all’interno di un luogo, fisico e mentale, preciso e circoscritto. Quando escono all’esterno e si scontrano con un ambiente “altro da sé” è come se venissero contaminate interiormente ed ecco che, sebbene lentamente, s’innesca un meccanismo di malessere diffuso e a tratti mascherato. Fino a quando, chi ha più da perdere in termini di anni e di vita, può scegliere di percorrere una strada diversa, seguire la massa, rappresentata dalle persone comuni ma anch’esse con le loro idiosincrasie, quasi pazzie.
Il confine, come sempre quando si tratta di mente e cuore, è sottile. Ma a volte la sofferenza è una benedizione perché ti costringe a guardarti allo specchio, non sempre e solo in modo fisico, per spogliarti di tutte le maschere e gli orpelli che si usano come difesa e come gioco, dato che la vita fino a quel punto, un gioco sembra e così viene intesa e vissuta.
Riguardo a questo film, incantevole ma sempre denso di atmosfere intense e surreali rese in maniera quasi pittorica dal regista Tornatore, ad un certo punto della donna protagonista non abbiamo più alcuna traccia; la immagino dopo tanta voluta e malsana solitudine, essere invece ubriaca degli idoli dal nostro tempo (e non solo) tra soldi, arte e voluttà.
Le atmosfere, i luoghi, i dialoghi scelti in questo film già da soli ti catturano com’è nello stile del regista. In più, in questo clima attuale del nostro mondo fatto di sobrietà quasi forzata che è spesso povertà, in tutti i sensi, per molti di noi; in questi tempi di risveglio umano su più livelli (interiore, spirituale, economico, sociale) ecco che questa storia può aiutarci a porci delle domande su noi stessi e sullo smarrimento nel quale siamo coinvolti e del quale però non ci rendiamo neppure conto.
La migliore offerta? Capire che la nostra vita, a tutto tondo, è talmente preziosa che non ha prezzo. Dunque, nessuna offerta. Né migliore, né peggiore. Ma le chiavi di lettura sono davvero tante e sarà un piacere se le condividerete con me qui.