La Miniera d’oro

Creato il 04 ottobre 2010 da Albino

E’ risaputo che il Giappone sia un paese povero di risorse naturali. Risaputo nel senso che cosi’ hanno scritto nei libri, risaputo nel senso che i giapponesi non fanno altro che ripetere il celeberrimo “in Giappone facciamo tanto straordinario perche’ non abbiamo risorse naturali”, come se le cose fossero collegate. Se non ricordo male questa cosa della poverta’ di risorse era scritta anche nel mio sussidiario alla fine delle elementari, o alle medie forse. Vabbe’.

E invece, come al solito e’ la stampa di regime che ha capovolto la realta’, distorto i fatti, lavato i cervelli. Dite: quale regime? Boh, vedete voi. Un regime a caso, in Giappone ce ne sono finche’ volete. Resta il fatto che la cosa sembra non essere per nulla vera. In realta’, dopo un anno di permanenza su quest’isola, credo di aver scoperto cio’ che non viene mai detto, aperto porte che non dovevano essere aperte, capito cio’ che non avrebbe dovuto essere nemmeno sospettato.

Signori e signore, in realta’ il Giappone non solo e’ ricco di risorse naturali, ma siede letteralmente sopra la piu’ grande miniera d’oro del pianeta. E ce l’hanno sempre tenuto nascosto.

Quando ho intuito la cosa, io stesso non volevo crederci. Eppure la verita’ e’ li’, visibile, alla luce del sole. E’ sufficiente sapere dove guardare, dove scavare. Io, lo dico per inciso, non so ne’ dove guardare ne’ tantomeno dove scavare, ma so per certo che c’e’, e’ qui da qualche parte. Seguite il ragionamento con me. Prendete carta e penna e prendete appunti. Dunque.
(1)
In Giappone molte giappine si sposano tra i 20 ai 30 anni (di piu’ rispetto ai paesi occidentali, almeno).
(2)
In Giappone il matrimonio e’ visto come imposizione sociale suprema per la donna, la quale e’ per definizione “schiava, scopa e lava”.
(3) Mentre nel mondo occidentale l’amore e’ propedeutico al matrimonio, di solito, in Giappone al contrario per sposarsi e’ necessario che avvenga almeno uno a caso dei seguenti eventi:
- Imposizione familiare, e/o pressioni varie;
- Sopraggiunta eta’ (autodecisa, puo’ essere 35 ma anche 25 a seconda dei casi);
- lui ha una buona posizione sociale/ lavorativa, un buono stipendio, lei ha voglia di sistemarsi;
- lui e’ “gentile”, ovvero non e’ un marito-padrone. Magari cucina anche, o aiuta nei lavori di casa. Beh, adesso non esageriamo… magari si limita solo a non ubriacarsi troppo coi colleghi. Per il momento.
- lui ha deciso, ha chiesto, ha ottenuto.
…ne dimentico qualcuno? Ah, giusto…
- amore.
(4) Sessualmente i giappi sono tristemente famosi nel mondo. E non serve che aggiungiamo altro, stendiamo un velo qui che e’ meglio.
Ora, facciamo i conti della serva. Tokyo, 35 milioni 600 mila abitanti. Ma vogliamo togliere la periferia piu’ estrema e soffermarci solo sul centro? D’accordo, allora la cifra scende a 13 milioni tondi tondi. Mi dice poi il census di Tokyo che la fascia di eta’ tra i 21 e i 30 anni corrisponde al 14.2% della popolazione. Questo dato ovviamente va diviso grossolanamente per due, fino a ottenere la popolazione solo femminile). E quindi siamo a circa 925mila giappine a Tokyo, nella fascia 21-30. Scarse.

A questo punto il census giapponese ci ricorda che nella fascia 25-29 il 41% delle giappine e’ sposato. Ora, attenzione: non ci dice che si sposa tra i 25 e i 29, ma che e’ sposata, anche se l’ha fatto a 15 anni. Questo dato quindi puo’ essere tenuto valido come numero di giappine che a 29 anni sono sposate, a Tokyo, ora. E quindi scendiamo a un numero di ben 380mila giappine di 29 anni, sposate, a Tokyo. Contando l’area della citta’ nelle sue 23 prefetture (622 Kmq), viene all’incirca 610 giappine per chilometro quadrato. In pratica, una ogni pisciata di cane.

Concludendo, e ritorno alla miniera d’oro. Di tutte queste giappine una proporzione bulgara e’ sposata senza amore con un salaryman che esce tutte le mattine in vestito nero e cravatta anonima e scarpa nera con la punta rotonda. Il suddetto Salary torna a casa alle 11 di sera con la cravatta smollata, la camicia fuori, il ciuffo unto, l’alitello di sake e la giacca che puzza di fumo come un portacenere. E magari, quando va bene, segni di rossetto delle hostess con cui ha passato la serata invece di passarla con sua moglie.
Il sabato e la domenica poi non ne parliamo, il Suddetto Salary e’ distrutto, e poi e’ stressato dal lavoro. Noi stranieri assistiamo ogni weekend a queste scene sconsolanti nei locali, di coppie allo stesso tavolo che non si parlano neppure, intente a scrivere o a leggere dal cellulare. Chi e’ stato qui sa di cosa parlo.

Ora, queste giappine, signori e signore. Non stanno aspettando altro. Hanno la topa vestita come lo Zio Sam, che ti punta il dito e dice I want you. Sono questa la vera risorsa naturale di questo paese, la miniera d’oro: altro che scolarette in marinaretta e Shibuyagirls. Perdinci!

Qualcuno mi dice dove ne trovo una manciata da frequentare casualmente, senza impegno, ore pasti? Non so, c’e’ un circolo dove iscriversi e mettersi in lista d’attesa?

Nota a margine: in realta’ questo post volevo intitolarlo "Le Casalingue" e proteggerlo con password, ma poi ho deciso che e’ trooooppo divertente per cui lo pubblico in chiaro. Ma non prendetelo troppo sul serio eh, non sono certo un bavoso che pesca a strascico. Anzi, tutt’altro. Qui si fa per scherzare. Circa.



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