La minorenne

Da Paultemplar

Turbe adolescenziali di Valeria, ragazza di buona famiglia che è tormentata ( o forse anche oniricamente compiaciuta) da sogni erotici estremi; le cose per lei non cambiano nemmeno in un collegio di suore, visto che i sogni continuano.
Nella vita cosciente Valeria è una ragazza qualsiasi, alle prese con i problemi delle adolescenti; sogna l’amore pulito e persone di cui fidarsi, ma inevitabilmente va incontro a delusioni.

Gloria Guida

A casa la situazione è ancora peggiore: suo padre è un industrialotto mentre la sua seducente madre è una casalinga che non disdegna avventure extra coniugali, come del resto il marito. A completare il poco edificante quadretto di famiglia ci si mette il fratello, un tipaccio che non esita a mostrare Valeria nuda agli amici (mentre naturalmente si fa il bagno).
Così Valeria è costretta a sorbirsi delusioni di ogni genere, poichè si muove in un ambiente che ha dei limiti morali molto marcati e nei quali il suo desiderio di purezza si infrange come un onda sullo scoglio.


Ma alla fine, dopo esperienze e inevitabili delusioni, anche per lei arriverà il coronamento dei sogni amorosi.
A La minorenne, diretto da Silvio Amadio nel 1974 va riconosciuto un solo merito: quello di aver lanciato la allora sconosciuta Gloria Guida e di averla svelata (anche in senso biblico) come attrice di filmetti sexy e come bellezza ruspante dal fisico appetitoso.
Di per se il film infatti non presenta alcun motivo di interesse; la trama è assolutamente inconsistente, i dialoghi sono a dir poco imbarazzanti e la velatissima critica sociale finisce per essere sommersa da un contesto generale nel quale predomina la noia.
Si passa dai sogni erotici di Valeria, che variano dallo stupro di gruppo al sogno ad occhi aperti che vede protagonista il medico che visita le studentesse del convitto di suore dove studia la ragazza per concludersi con le squallide visioni degli amici di suo fratello, che la espone inconsapevolmente nuda agli amici alluppati.


Va da se che con queste premesse il film non può che collocarsi nel largo spazio in cui finirono tantissimi prodotti del periodo centrale degli anni settanta, quando i registi scoprirono che con due lire era possibile creare dei filmetti fatti in casa e raggranellare un bel pacco di milioni.
Silvio Amadio, regista di Frascati morto nel 1995 si era fatto una robusta fama di regista specializzato in commedie sexy a basso costo;

suoi erano prodotti come …E si salvò solo l’aretino Pietro con una mano avanti e l’altra dietro, Come fu che Masuccio Salernitano, fuggendo con le brache in mano, riuscì a conservarlo sano del florido filone dei decamerotici o thriller pruriginosi come Alla ricerca del piacere e Il sorriso della iena.
In questo film Amadio si limita a guadagnarsi la pagnotta sfruttando al meglio le notevoli doti fisiche di Gloria Guida, ancora fisicamente acerba ma già in possesso di quelle caratteristiche che finiranno per risultare determinanti nella sua carriera.
Ed è proprio l’attrice meranese l’unico motivo di interesse del film; la sua forte presenza scenica fa in qualche modo dimenticare i farneticanti dialoghi di cui è costellata la pellicola, che in alcuni momenti risultano talmente pretestuosi da innervosire lo spettatore.
Perchè girare una commediola sexy in cu tutto è scopertamente e smaccatamente chiaro e contemporaneamente strizzare l’occhio ad una denuncia dei mali della borghesia se non si vuole scavare in profondità?
Poichè le scenette sexy, i sogni erotici hanno la meglio su tutto il resto appare chiaro come la sceneggiatura dell’ineffabile Piero Regnoli punti solo ed esclusivamente agli istinti pruriginosi dello spettatore con buona pace di tutto il resto.
Regnoli ha sceneggiato oltre un centinaio di film i cui titoli dicono tutto sulla sua chiamiamola specializzazione cinematografica: si va dal mitico Elena si, ma di Troia a Quella età maliziosa passando per Le dolci zie, L’educanda e tantissimi altri prodotti della commedia sexy italiana.


Una sceneggiatura a due mani fatta da Amadio e Regnoli quindi era garanzia di morbosità, cosa che puntualmente venne applicata e sfruttata in La minorenne, a cui si può alla fine riconoscere l’unico punto di forza di una bellissima fotografia e una discreta base musicale opera di Pregadio.
In definitiva, filmetto senza pretese e senza nemmeno la presenza di attori di qualche carsima, fatta salva la comparsata di Corrado Pani impegnato a rastrellare qualche soldo senza eccessiva fatica.

La minorenne
Un film di Silvio Amadio. Con Gloria Guida, Corrado Pani, Fabrizio Moroni, Rosemarie Dexter, Giacomo Rossi Stuart, Giulio Donnini, Marco Guglielmi, Gabriella Lepori, Mario Garriba, Luciano Rossi Erotico, durata 89 min. – Italia 1974.

Gloria Guida: Valeria
Corrado Pani: l’artista alternativo
Silvio Spaccesi: lo zio sacerdote di Valeria
Giacomo Rossi Stuart: l’amico cinico di famiglia
Marco Guglielmi: padre di Valeria
Nino Scardina: l’assistente dello zio sacerdote

Regia Silvio Amadio
Sceneggiatura Silvio Amadio, Pietro Regnoli
Fotografia Antonio Maccoppi
Montaggio Silvio Amadio
Casa di produzione Domizia
Musiche Roberto Pregadio


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