La mitica Birkin bag di Hermès potrebbe non essere più la stessa
Creato il 01 agosto 2015 da Marianocervone
@marianocervone
Creata dallo stilista francese Hermès ben trentun anni fa, la mitica Birkin bag, borsa di lusso che porta il
nome della modella e musa della maison Jane
Birkin cui fu dedicata, si è trasformata negli anni più che in un oggetto
di culto in un vero e proprio status symbol. Con un costo che può oscillare tra
i 6.000 e 120.000 euro e una lista d’attesa di anni, la borsa è per le donne un
accessorio classico assolutamente irrinunciabile.
La notizia che in questi giorni sta facendo il
giro del web è quella che l’omonima cui la mitica borsa deve il suo nome, non
vuole più averci nulla a che fare. Secondo un comunicato stampa reso noto da PETA, People for the Ethical Treatment of Animals, associazione no profit
in difesa degli animali, la Birkin avrebbe preso tale decisione dopo essere
venuta a conoscenza del trattamento di coccodrilli e alligatori nel processo di
produzione del costoso accessorio.
«Mi hanno raccontato delle crudeli pratiche di
macellazione subite dai coccodrilli durante la produzione delle borse Hermès
che portano il mio nome – ha detto la modella nel comunicato – ed ho chiesto al
gruppo di ribattezzare la borsa fino a quando tali pratiche di produzione non
saranno migliori e conformi alle norme internazionali da importare nel processo
di produzione della borsa».
In una nota della PETA si legge che tale
decisione arriva dopo attente indagini sull’uccisione dei coccodrilli nelle
fattorie che riforniscono il marchio di lusso.
A tale riguardo anche il noto brand parigino ha
rilasciato un comunicato stampa nel quale si legge: «Jane Birkin ha espresso le
proprie preoccupazioni riguardo le pratiche per l’uccisione dei coccodrilli. Il
suo parere non influisce in alcun modo sull’amicizia e la fiducia che la maison
condivide con lei da molti anni. Hermès rispetta e condivide le sue emozioni ed
è stato sconvolto dalle immagini a riguardo recentemente trasmesse».
La casa francese ha annunciato altresì di aver
aperto un’inchiesta per una delle fattorie mostrate nel video: «È in corso un’indagine
nella fattoria in Texas coinvolta nel video. Qualsiasi violazione delle norme
sarà rettificata e sanzionata. Hermès tiene a precisare che tale fattoria non
rifornisce il gruppo, e che le pelli di coccodrillo di cui si dota non sono
utilizzate per la produzione di borse Birkin».
E infine chiude difendendo gli altissimi
livelli di produzione: «Hermès impone ai suoi partner i più alti standard nel
trattamento etico dei coccodrilli. Per più di dieci anni abbiamo organizzato
visite mensili dei nostri fornitori. Controlliamo le loro pratiche e la loro
conformità con le norme di macellazione stabilite da esperti veterinari e dal
Fish and Wildlife (organizzazione federale americana per la protezione della
natura) e con le regole stabilite sotto l’egida dell’ONU, dalla convenzione di
Washington nel 1973, che definisce la protezione delle specie in via di estinzione».