Nella loro dichiarazione d’amore, protagonisti sono i sentimenti nudi e crudi, descritti male dalla voce dell’uomo, più profondi di quanto non sia possibile dire, insondabili perfino per chi li prova, filtrati da una logica acuta che li priva del fattore estetico e sentimentale e li rende fin troppo realistici, senza per questo sottrarli al sogno (una delle tante capacità del genio narrativo della Austen); del resto, quando Darcy descrive in maniera “appassionata” il suo amore a Lizzy (nella prima proposta di matrimonio) ne riceve in cambio un “no” secco e mortificante, non è solo la punizione per l’orgoglio ostentato, è quasi una lezione di vita: in faccende come l’amore e il matrimonio va usato il cervello. Quindi no, non siamo troppo romantiche mentre leggiamo Jane Austen. Perché c’è più stucchevole sentimentalismo e meno ragione in una qualsiasi serie televisiva che si ritiene debba descrivere la società moderna, che in questo romanzo d’inizio Ottocento. L’accusa di “superficialità” alle opere di Jane Austen (considerate a lungo “per signorine”) è allo stesso modo concettualmente sbagliata: deriva da una visione semplicistica della sua straordinaria capacità di sintesi. Eliminati gli orpelli letterari, la scrittrice ci presenta la società (o almeno la parte che conosceva meglio) così com’è. Troppo superficiale imbastire trame basate su feste, sulla forsennata ricerca di un matrimonio vantaggioso e le chiacchiere da vicinato della buona società inglese? E come definire la nostra comunità, delineata dagli stessi dinamismi? Siamo molto più profondi noi moderni? Non siamo forse costantemente ossessionati dalle relazioni con gli altri (le feste), dalla ricerca della stabilità emotiva e di un ruolo nella collettività (il matrimonio), dalla visione che gli altri hanno di noi e viceversa (le chiacchiere)? Non sono sentimenti che accomunano gli uomini di ogni tempo, regione o estrazione sociale? È la Natura Umana a essere complessa, non i singoli ed è di uomini e donne che parlano i romanzi di Jane Austen. Darcy non è perfetto, così come non lo è Lizzy, l’imperfezione di entrambi li rende perfetti come coppia: Jane Austen non ci racconta di un uomo sdolcinato che fa proposte di matrimonio in ginocchio (il principe azzurro piace alle svenevoli ma irrita le più emancipate), né di una canaglia che cambia per amore della sua donna (un cliché abusato, fin troppe sfide sono implicite nei rapporti uomo-donna per aggiungervi il folle tentativo femminile di cambiare la natura del maschio), Mr. Darcy mette d’accordo ogni donna perché non cambia la sua natura per amore di Lizzy, cambia solo l’opinione che ha di Lizzy. Mr. Darcy ci piace perché non ha paura di mostrare ammirazione per l’intelligenza della propria donna, Mr. Darcy ci piace perché, essendo molto intelligente, non considera il raziocinio una peculiarità prettamente maschile. Mr. Darcy ci piace, in definita, perché è più moderno di tanti maschi dei nostri tempi.
La Modernità di Jane Austen: Poco Orgoglio e Molto Pregiudizio
Creato il 23 febbraio 2012 da Dietrolequinte @DlqMagazinePotrebbero interessarti anche :
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