Henry è un uomo strano. Molto strano. Lui viaggia nel tempo. Si trova a vivere la sua vita passata e a conoscere quella futura spostandosi da un anno all’altro per pochi minuti o anche per ore: una fortuna, si potrebbe pensare… ma non è proprio così. Ogni volta che viaggia si trova in un altro tempo nudo e disorientato e scompare nei momenti più impensabili, senza poter controllare questa cosa con la sua volontà. Questo, in breve, ciò che caratterizza il libro. Un libro che è scritto a due voci nel senso che viene proposto il punto di vista di lui ma anche quello di lei, Clare, sua moglie. Clare, quella bambina che a tredici anni incontra quell’uomo che diventerà suo marito solo diversi anni dopo. Quella moglie che si troverà a fare i conti con una vita fatta di assenze, quelle di Henry. Una donna che vive la situazione cercando di carpirne i lati positivi ma soffrendo, volente o nolente, di tutto ciò che la malattia del marito comporta. Perché quella di Henry è una malattia genetica pertanto trasmissibile ad eventuali figli. Ed Henry e Clare ne avranno, di figlI: una bambina che si chiama Alba. E qui potrebbe iniziare un’altra storia con tutti i presupposti giusti per scrivere un altro libro.
I capitoli vengono proposti con dei titoletti che riportano la data e le età dei protagonisti: l’autrice accompagna il lettore avanti ed indietro nel tempo con maestria. Questo va detto. Mettere in piedi una trama così complessa, fatta di giorni, di mesi, di anni che debbono combaciare nel racconto come in un puzzle… Bhè, non credo che sia stata cosa facile. E quando, in apertura, dicevo geniale intendevo proprio questo aspetto. Dicevo anche assurdo, perché in effetti si tratta di situazioni di mera fantasia. Devo ammettere che più volte ho rischiato di perdermi tentando di dare un ordine a quei passaggi avanti ed indietro nel tempo che l’autrice propone con il suo personaggio e che solo verso la fine ho iniziato ad appassionarmi davvero alla lettura.
Mi sono commossa nel finale e mi sono chiesta, alla luce delle vicissitudini narrate dall’autrice, se sia davvero un vantaggio potersi ritrovare nel futuro, incontrare la propria figlia che ti dice di essere morto anni fa… Soprattutto quando realizzi che quel concetto di “anni fa…” detto nel futuro, nel tuo presente è tra poco… Non so se ho reso bene l’idea... E poi quel senso dell'attesa, quel non sapere dove sia e cosa faccia la persona che si ama, quella necessità di dover per forza fare i conti con quella pesante assenza...
Si tratta di un genere molto particolare, che deve piacere per non perdere il filo e per non perdersi da un viaggio all’altro. A me è piaciuto e probabilmente lo rileggerei anche, per mettere un po' più d'ordine nei miei pensieri nelle more della lettura, alla luce del finale...
E chiudo con una frase che mi ha colpita più di tutte le altre...
Ti amo... il tempo non è nulla. ***La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempoAudrey NiffeneggerOscar Mondadori10.00 euro