>>La moneta greca che batte l’euro

Creato il 30 ottobre 2013 da Felice Monda

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La moneta greca che batte l’euro

La Vio.Me è una fabbrica autogestita che produce saponi di qualità, si trova in una vasta area industriale a sud di Salonicco. A giugno sono venuti a fare visita al collettivo alcuni tra gli esponenti più noti del movimento anti-globalizzazione, come Naomi Klein e John Holloway. Perché questa è la prima fabbrica autogestita in Grecia dall’inizio della crisi e segue apertamente il modello delle fabbriche argentine durante la crisi di dieci anni fa. «Speriamo che quello che stiamo facendo qui possa fornire idee e spunti ad altri lavoratori che sono nella nostra stressa condizione – mi dice un operaio, Georgiou – se tutti ci muoviamo per fare qualcosa allora c’è la possibilità che qualcosa cambi».

Prima della chiusura l’azienda produceva materiali per l’edilizia, in particolare piastrelle, mattonelle, collanti per fissarle e stucchi colorati per le rifiniture. In magazzino c’è ancora molto materiale che giace invenduto: il giudice non ha dato agli operai il permesso di venderlo. Né ha permesso che i macchinari possano essere rimessi in funzione. Ogni settimana il collettivo chiede alle autorità l’autorizzazione per riprendere la vecchia produzione, ma per ora nessuno gli ha dato una risposta. Nel frattempo gli operai si sono organizzati diversamente e hanno cominciato a produrre saponi e detergenti, che possono essere lavorati con attrezzature più piccole. Detergenti per i pavimenti, per i vetri, sapone per i vestiti e, ultimamente, anche per le mani, tutti prodotti realizzati senza additivi chimici, con sistemi biologici. «Saltiamo anche la grande distribuzione – mi spiega Christos – i prodotti vengono venduti attraverso una rete di solidarietà che attraversa tutta la Grecia: mercati autogestiti, associazioni di quartiere, associazioni politiche o di solidarietà che organizzano la distribuzione dei prodotti senza intermediari. Il risultato è che i nostri saponi sono buoni e molto economici». Il grande interesse che la loro azienda sta suscitando all’estero ha suscitato negli operai la voglia di tentare una distribuzione internazionale dei prodotti. Al momento, però, l’autorizzazione non c’è ancora: lo scoglio, anche in questo caso, resta la burocrazia.

Come funziona la rete di mercati autogestiti che permette agli operai della Vio.Me di saltare la grande distribuzione?

Le iniziative che vedono i cittadini greci organizzarsi in questo senso sono le più varie e si stanno diffondendo a macchia d’olio. Tra gli esperimenti più interessante c’è quello di una rete di mercati che cerca di superare l’utilizzo del denaro nell’acquisto di beni e servizi, senza per questo tornare al baratto. Il primo di questi mercati, in ordine di tempo, è sorto a Volos, l’antica Argo, una città portuale che si trova a metà strada tra Atene e Salonicco, in Tessaglia. Qui Angelica e suo marito Panos hanno dato il via a un esperimento che è stato imitato dalle municipalità vicine: un mercato agricolo che bypassa la grande distribuzione. Tutto è nato con la cosiddetta “rivolta delle patate” del 2012: i produttori avevano grandi quantitativi di patate che rischiavano di marcire nei magazzini perché i distributori offrivano prezzi ridicoli, per poi rivendere quelle stesse patate a cifre esorbitanti sui banchi di verdura dei mercati. Cittadini e agricoltori si sono organizzati e il prezzo è sceso a meno di un terzo, con un buon margine di guadagno per tutti.

Non solo. Oltre ad aggirare la grande distribuzione qui a Volos si è fatto un grosso passo in più: la nascita di un mercato alternativo dove si compra senza soldi, o meglio, attraverso una valuta immateriale alternativa chiamata Tem(moneta greca),un acronimo che sta per “unità alternativa locale” ed è equiparato a un euro. In questo mercato, che si svolge il mercoledì e il sabato, si compra esclusivamente con tale valuta, accreditata o addebitata su un libretto virtuale. Una delle organizzatrici spiega il funzionamento: «Ognuno di noi ha un nickname a cui corrisponde un libretto virtuale, che è come un conto corrente. Se vendo qualcosa – io ad esempio vendo libri usati – mi vengo accreditati dei Tem, con i quali posso poi a mia volta comprare qualcosa, non solo beni di consumo, che sono il fulcro del mercato, ma anche servizi che posso acquistare in giorni e posti diversi.».

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