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La mongolfiera, il monte Tambura e il tappeto volante di Fernanda Raineri

Creato il 11 aprile 2012 da Nasreen @SognandoLeggend
 Fernanda Raineri, è nata nella splendida Versilia, precisamente a Massa Carrara, ai piedi delle Alpi Apuane. Fin da piccola ha sempre avuto passione per il disegno e la poesia. Alle scuole elementari i suoi componimenti, venivano letti, come esempio, anche nelle altre classi. Partecipa durante la gioventù a qualche mostra di pittura locale. In seguito inizia a lavorare come impiegata, lavoro che svolge tuttora da circa 26 anni, e tralascia, un po’ le sue aspirazioni. Negli ultimi anni, però,  precisamente dal 2003, sente il bisogno di tornare a coltivare le proprie passioni artistiche.

Blog: http://fernanda-raineri.blogspot.it/

 


La mongolfiera, il monte Tambura e il tappeto volante di Fernanda Raineri
Titolo: La mongolfiera, il monte Tambura e il tappeto volante
Autore: Fernanda Raineri
Serie: //
Edito da: GDS Edizioni
Prezzo: 15,00 €
Genere: Romanzo, Narrativa
Pagine: 146 p.
Voto:
La mongolfiera, il monte Tambura e il tappeto volante di Fernanda Raineri

La mongolfiera, il monte Tambura e il tappeto volante di Fernanda Raineri
La mongolfiera, il monte Tambura e il tappeto volante di Fernanda Raineri

Trama: Stella lavora nel supermercato di un paesino di una piccola località termale: è una ragazzina con i piedi per terra e usa le vacanze per guadagnare un po’ di soldi e mantenersi agli studi. Ma non ha perso la voglia di sognare. L’estate è soffocante, e l’unica occasione di svago è una gita in mongolfiera, che Stella condivide con la sorella più piccola e due amici americani. La gita le offre l’occasione di imporsi sui genitori, da sempre dubbiosi sulle sue scelte, e vivere due giorni davvero diversi dal solito. Poco dopo la partenza il vento rinforza e costringe il giovane (e abbronzatissimo) pilota della mongolfiera a cercare un atterraggio di fortuna sul Monte Tambura. L’impatto è brusco, ma miracolosamente i quattro amici sono sbalzati in un prato morbido, nonostante tutto intorno ci siano solo boschi. Tutto a posto, quindi, anche se all’appello manca il pilota: la cosa giusta da fare è cercare il sentiero di casa…

Recensione
di Debora 

La mongolfiera, il monte Tambura e il tappeto volante di Fernanda Raineri

L’impatto con questo libro non è stato dei più felici. Ammetto di aver notato a primo impatto la grandezza dei caratteri e il prezzo del libro; 15 euro per un libro che leggo in un’ora mi sembrava un po’ troppo. Ma poi ho letto che è un libro per ragazzi e quindi ho trovato la scusante.
Nelle prime pagine ritrovo troppe cose già sentite come ad esempio una ragazza stufa della sua vita, che vorrebbe scappare chissà dove lontana dai suoi genitori, che si lamenta di uno stipendio di 800 euro al mese. Farei scambio io con il suo stipendio di 800 euro, scusate se lo dico! Io ne prendo 100 di più ma non ho i genitori che mi pagano le spese di casa! Già qui che bell’esempio che dà questa ragazzina!
Inoltre l’autrice, fa, a mio parere un tentativo di inserire il gergo giovanile, riuscito male.

 

Stella non l’aveva detto ai suoi vecchi perché sapeva già cosa le avrebbero detto, che era matta, che certe idee venivano in mente solo a lei, che era pericoloso, etc etc..

Questo “ai suoi vecchi” mi pare un modo di inserire il gergo giovanile un po’ forzato ma anche poco carino dato che nel corso del romanzo è anche ripetuto. Questa ragazzina poi, Stella, la protagonista di questa fantastica storia, si dimostra troppo sicura di sé e troppo autonoma. Sì, perché, da quando sono i figli che decidono cosa è giusto fare? Scusate, forse risulterò un po’ bigotta ma questa libera scelta mi pare un po’ forzata. Va bene che è un romanzo di fantasia, e i ragazzi che leggono sanno benissimo che i loro genitori non si farebbero chiamare “vecchi” e che non li lascerebbero liberi così senza mille contrattazioni. Se è così invece scusate, io appartengo ad un’altra generazione!!!

Altro piccolo particolare che non ho capito nella lettura del libro. Se qualcuno l’ha capito me lo spieghi per favore. 

Se non ti va sentirò Alfiero, il figlio della sig.ra Biaggi, so che è un appassionato di deltaplani

Ebbene non ho capito il motivo di quel sign.ra. Che bisogno c’è di scrivere sig.ra se è un discorso diretto? Perché non scrivere signora? Si sarà una cosa da nulla, ma io l’ho notata e mi sono chiesta il motivo di questa scelta da parte dell’autrice.

Per quanto riguarda la trama devo dire che tutto accade molto lentamente, stai lì ad aspettare l’entrata in scena del monte Tambura e del tappeto volante nominati nel titolo e quando finalmente accade qualcosa di rilevante tutto si spiega troppo in fretta! Altro elemento che compare sulla copertina è il sottotitolo Una fantastica avventura sulle Alpi Apuane e il lettore aspetta. Si aspetta e spera. Ad un certo punto ho pensato che la cosa più fantastica fossero i genitori che se ne fregano altamente della giovane figlia. Ma poi qualche elemento arriva e ci imbattiamo in un bosco che sembra incantato. 
Lasciatemi poi dire che quando leggo un passo del libro rimango allibita:

Frank si avvicinò di nuovo ai poveri resti di quegli uomini primitivi per prendere le loro pelli, le sfilò pian piano quasi avesse paura di rompere quelle povere ossa, poi tornando verso le ragazze che lo guardavano con disappunto mormorò sottovoce – “tanto a loro non servono più” – le utilizzarono per rendere meno duro il contatto della loro schiena con la roccia. 

Allora vi confesso che inizialmente sono rimasta schifata ed ho pensato: ma come in un libro per ragazzi c’è un protagonista, che scuoia un morto?! Poi ci ho riflettuto e vedendo quell’aggettivo primitivi ho pensato vuoi che l’autrice si riferiva alle pelli che indossavano?! Ma il dubbio, mi vien da dire, sarà venuto solo a me (che forse ho qualche istinto perverso) oppure a qualche altro lettore? Non so aiutatemi a capire, ve ne prego!

Durante la lettura mi sono anche ritrovata a pensare che ho sentito la mancanza di temi come l’amicizia e l’amore. Visto che i protagonisti sono dei giovani amici che partono assieme all’avventura, mi sarei aspettata che emergesse qualche emozione in più nei personaggi, che ho sentito invece lontani da me e privi di particolarità. 

Insomma qualcosa di buono c’è nonostante tutto, un viaggio che si tramuta in una splendida avventura, ma mi ha lasciato poco. 


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